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Un ulteriore modo di visualizzare i dati sui contenuti
Un ulteriore modo di visualizzare i dati sui contenuti
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Il report "dettaglio contenuto" ha senso se il sito monitorato presenta delle pagine incluse in directory (siano esse virtuali o reali). Cliccando su un record di questo rapporto si accede al dettaglio della directory selezionata: se essa contiene ulteriori livelli si può ripetere il procedimento fino all'ultima foglia di questo ramo, e in qualsiasi momento è possibile utilizzare il menu a tendina "dimensione" per segmentare le sole visite a questa directory, incrociarle con gli altri dati che Analytics mette a disposizione e ottenere la possibilità di passare quindi ai tab "conversioni obiettivo" ed "e-commerce".

Figura 24.1 - Un esempio di dettaglio contenuto della struttura a cartelle per l'archivio di un blog basato su WordPress
un esempio di dettaglio contenuto della struttura a cartelle per l'archivio di un blog basato su WordPress

Un uso possibile è quello di ordinare le directory per tempo medio di permanenza, andando a individuare interi insiemi di pagine con performance peggiori della media del sito, oppure ordinare per frequenza di rimbalzo o percentuale di uscita. È ovviamente consigliato indagare più a fondo all'interno della directory, poiché si tratta pur sempre di medie, ma diversamente dai report che presentano i dati per singole pagine, in questo è più facile capire quale gruppo di pagine abbia risultati più scarsi.

Pagine di destinazione, di uscita e indice $

Il report "pagine di destinazione" mostra quanto spesso le pagine equivalgono alle pagine di ingresso, se sono state le uniche pagine viste e, di conseguenza, la frequenza di rimbalzo delle pagine.

Questo è l'unico report, in tutto Google Analytics, in cui visitatori, visite e pagine viste possono essere considerati la stessa cosa, infatti la metrica mostrata è "Entrate" e non (per esempio) pagine visualizzate.

Per ogni pagina che è stata un ingresso, quindi, vengono mostrati il numero di ingressi, il numero di rimbalzi e la frequenza di rimbalzo relativa; questo report, in realtà, non fa altro che mostrare (in forma diversa) dati già presenti in altri rapporti, infatti, cliccando uno qualsiasi dei record della tabella, si viene portati alla stessa pagina di dettaglio che si avrebbe cliccando sul dettaglio di una pagina del report "contenuti principali".

Altrettanto importante, rispetto alla frequenza di rimbalzo, è la conoscenza di quali siano i principali punti di uscita; sia le pagine con alto tasso di bounce, sia quelle con alto tasso di uscita, rappresentano punti deboli del sito che si analizza.

Un rimbalzo significa quasi sicuramente "il visitatore non ha raggiunto la pagina obiettivo" e un'uscita, sebbene in modo meno categorico, può significarlo. Per ogni visita, ovviamente, esiste una pagina di uscita.

Il report mostra quante volte ogni pagina è stata l'ultima vista della sessione, quante volte è stata visualizzata in totale e di conseguenza il rapporto tra questi due valori, che rappresenta la percentuale di uscita. Anche in questo caso, cliccando su un record della tabella si viene riportati alla pagina di dettaglio del report "contenuti principali".

Esiste poi un valore, chiamato "indice $", che cerca di determinare numericamente quale sia il "valore" di una pagina all'interno del sito analizzato.

Figura 24.1 - Il report "contenuti principali" ordinato per indice $
il report contenuti principali ordinato per indice $

L'indice $ viene calcolato secondo la formula:

(valore obiettivi + entrate e-commerce) / pagine visualizzate uniche

Per calcolare l'indice, Google assegna, ad ogni pagina visualizzata unica, precedente a quella di una conversione, lo stesso valore dell'obiettivo, dopodiché procede alla divisione e ottiene il valore di indice $.

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