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Installare Linux Ubuntu su Mac: una mini-guida

Come installare la versione 11.10 di Ubuntu su un MacBook Pro con su installato Mac OS X. Dal bootloader all'installazione del sistema.
Come installare la versione 11.10 di Ubuntu su un MacBook Pro con su installato Mac OS X. Dal bootloader all'installazione del sistema.
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Installare la propria distribuzione Linux preferita su un computer Apple è una delle esigenze che un utente Linux che abbia acquistato un Mac si è trova ad avere quasi subito. I pregi di utilizzare l'hardware fornito da Apple, e i suoi prodotti apparentemente "perfetti", però, sono sempre accompagnati da qualche difetto, che principalmente riguarda il grado di personalizzazione offerto da Mac OS. Per un utente Linux, spesso abituato ad utilizzare il PC "esattamente come preferisce" (magari al costo di un po' di fatica nella configurazione), questo requisito può risultare essenziale.

Vediamo, quindi, come installare una distribuzione Linux su un Mac dotato del relativo sistema operativo. In particolare, faremo riferimento all'installazione di Ubuntu 11.10 su un Mac Book Pro dotato di Mac OS Lion. Supporremo, tra l'altro, di volere utilizzare anche Windows, dal momento che molti utilizzatori non possono (chi per lavoro, chi per abitudine) fare a meno di determinati software, disponibili solo per piattaforme Microsoft.

Un bootloader alternativo: rEFIt

EFI (acronimo che sta per Extensible Firmware Interface) è una tecnologia introdotta da Intel e che ha lo scopo di sosituire il classico BIOS, tipico delle schede madri della maggior parte dei PC in commercio. Alla base di Mac OS (da quando Apple ha deciso di utilizzare i processori Intel sulle nuove macchine prodotte) c'è proprio EFI, che si occupa del boot del sistema operativo. Per installare Linux (o Windows), è quindi necessario trovare un metodo per adattare l'installazione e l'avvio del sistema open source ad EFI.

A tale scopo, Christoph Pfisterer ha rilasciato un software gratuito che funziona da boot loader grafico, e che è in grado di gestire automaticamente l'avvio di diversi sistemi operativi: rEFIt.

Per prima cosa, sarà dunque necessario scaricare tale programma dal sito ufficiale del progetto, facendo però attenzione a non eseguire l'installazione automatica. Molti degli utenti di Lion e Snow Leopard, infatti, hanno segnalato diversi problemi con questo tipo di scelta. Seguiremo, quindi, la procedura manuale descritta nel seguito, aiutati dal fatto che il terminale di Mac segue praticamente le stesse regole della Shell di Linux, dal momento che entrambi i sistemi discendono dall'antenato comune UNIX.

Una volta montato il file .dmg scaricato, copiamo la directory efi nella directory root di Mac OS. Fatto ciò, apriamo il terminale e digitiamo le seguenti due righe:

cd /efi/refit
./enable.sh

Da questo momento in poi, dopo il riavvio del computer (in alcuni casi sono necessari due riavvii), rEFIt sarà pronto a funzionare, mostrando l'interfaccia grafica che, inizialmente, ci consentirà di accedere esclusivamente al sistema operativo di Apple. Se vogliamo abilitare il boot loader in modo definitivo, anzichè le linee citate in precedenza, utilizzeremo le seguenti:

cd /efi/refit
./enable-always.sh

Figura 1: Interfaccia di rEFIt al primo utilizzo
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Figura 1: Interfaccia di rEFIt al primo utilizzo

Installazione di Linux su Mac

Finalmente, siamo pronti ad installare il nostro sistema operativo open source. Come nel caso dell'installazione di Windows, per la quale Bootcamp forniva un aiuto di notevole valore, anche nel caso di Linux avremo bisogno di un kernel in grado di gestire l'hardware montato sulla macchina. In tal senso, esistono molte soluzioni a riguardo. La comunità open source ha provveduto a far circolare alcuni kernel opportunamente ricompilati.

Prima di approfondire nel dettaglio il caso dell'installazione di Ubuntu 11.10, va detto che il boot da USB non è perfettamente supportato da EFI (e nemmeno da rEFIt). Di questi tempi, dove spesso le installazioni via CD o DVD lasciano il posto ai più pratici pendrive, una limitazione come questa potrebbe essere fastidiosa. Vale comunque la pena di fare un tentativo, dal momento che alcuni utenti sembrano riuscire a far partire una distribuzione live da USB, sebbene altri ci abbiano provato svariate volte senza successo.

Tornando al nostro processo di installazione, scaricata l'immagine ISO di Ubuntu 11.10, e masterizzata su un CD, inseriamolo ed avviamo l'installazione. Nella mia esperienza (come in quella di molti utenti), è accaduto che, durante l'installazione, il lettore CD divenisse improvvisamente inattivo. Come conseguenza, viene visualizzato un errore di questo tipo:

Unable to find a medium containing a live file-system

Una soluzione funzionante pare essere quella di iniziare l'installazione sia con il CD che con un pendrive USB di avvio, creato con la stessa immagine del CD. In questo modo, quando il CD si disattiva, viene riconosciuta la USB e l'installazione prosegue.

L'unica cosa cui bisogna prestare attenzione durante l'installazione è GRUB. Bisogna specificare, infatti, che il boot loader va installato nella stessa partizione di Linux. Al multi-boot, infatti, ci penserà rEFIt.

Terminata l'installazione, dovremo procedere al "procacciamento" di alcuni driver. Nel caso di Ubuntu, la maggior parte dell'hardware è supportato, ma alcuni modelli potrebbero richiedere l'installazione di componenti aggiuntivi. A tale scopo, Canonical mette a disposizione una Wiki appositamente pensata per queste esigenze.

Conclusioni

Con un po' di fatica e altrettanta pazienza, abbiamo visto come si possano riuscire a sfruttare le potenzialità e, di conseguenza, la duttilità di Linux anche in un sistema come conosciuto per essere chiuso come pochi altri. Va comunque sottolineato che eventuali decisioni di sostituire un sistema con un altro potrebbero non essere semplici da attuare come lo sarebbero su altri sistemi. Ciò è conseguenza dell'uso di EFI, e della mancanza di tool pensati apposta per questa tecnologia, e in grado di una perfetta compatibilità con Linux. In conclusione, quindi, pensate sempre bene alle decisioni a intraprendere in fase di installazione, e in ogni caso, munitevi dei software adeguati per il backup e l'eventuale ripristino.

Partizione di Mac OS

Una volta installato rEFIt, dovremo preparare l'hard disk per l'installazione di Linux ed eventualmente di tutti gli altri sistemi operativi che abbiamo intenzione di utilizzare. Per farlo, possiamo utilizzare l'utility di partizionamento di Mac OS, che si trova in Applicazioni / Utility / Utility Disco, alla voce Partiziona.

Figura 2: L'utility di partizionamento di Mac OS Lion
(clic per ingrandire)

Figura 2: L'utility di partizionamento di Mac OS Lion

Il suo utilizzo è abbastanza intuitivo. È sufficiente cliccare sul '+' in basso a sinistra, dopo aver selezionato quella che, di default, è l'unica partizione del disco. In questo modo, il disco sarà diviso in due parti, e potremo decidere il tipo di file system (momentaneamente possiamo scegliere MS-DOS, per poi modificarlo in EXT con gparted durante l'installazione) e la dimensione della partizione.

Bisogna precisare che la prima partizione che ci viene mostrata dall'applicazione Utility Disco, in realtà, ne rappresenta due: una contiene EFI e gestisce il boot del computer, mentre l'altra è quella del sistema Mac OS. È importante tenere a mente questo dettaglio per non avere problemi durante l'installazione degli altri sistemi operativi.

Installazione di Windows

Windows riesce a vedere soltanto le prime 4 partizioni dell'hard disk, sebbene tramite l'utility fornita da Apple siamo in grado di generarne molte di più. Bisogna, perciò, fare attenzione a organizzare le partizioni che devono essere visibili da Windows, posizionandole entro le prime 4 posizioni. Stabilito questo, possiamo riavviare il computer e, utilizzando un normale DVD di installazione di Windows, siamo perfettamente in grado di installare il sistema operativo Microsoft. rEFIt penserà automaticamente all'identificazione sia del DVD di avvio che (dopo l'installazione) del sistema operativo installato.

Vale la pensa sottolineare che, dopo l'installazione, Windows sarà sprovvisto dei driver per la maggior parte delle periferiche. Al fine di risolvere questo problema, Apple consente di installare tutti i driver relativi al particolare hardware sottostante su un CD o su un disco esterno, per poterli poi utilizzare su Windows. Per farlo, è disponibile l'utility Bootcamp, accessibile da Mac OS X Lion in Applicazioni / Utility / Assistente Bootcamp.

Figura 3: L'utility Assistente Bootcamp
(clic per ingrandire)

Figura 3: L'utility Assistente Bootcamp

Non ci dilungheremo ancora sull'installazione di Windows, ma a questo punto la procedura è molto semplice.

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