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Fondamenti di OAuth 2.0

OAuth 2.0: scopriamo le caratteristiche di quello che è diventato uno standard de facto per la gestione delle autorizzazioni su Internet
OAuth 2.0: scopriamo le caratteristiche di quello che è diventato uno standard de facto per la gestione delle autorizzazioni su Internet
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OAuth 2.0 è un protocollo di autorizzazione ampiamente utilizzato per consentire l’accesso sicuro alle risorse senza esporre le credenziali dell’utente. È diventato uno standard de facto per la gestione delle autorizzazioni su Internet, adottato da aziende e servizi come Google, Facebook e Microsoft per permettere agli utenti di concedere accesso alle informazioni senza condividere direttamente le proprie credenziali.

OAuth 2.0 si basa su un sistema di token che consente alle applicazioni di richiedere il permesso per accedere alle risorse a nome dell’utente senza memorizzare le sue credenziali. Questo approccio riduce il rischio di furto di password e migliora la sicurezza complessiva dei sistemi digitali.

In questa lezione, esploreremo i concetti fondamentali di OAuth 2.0, la sua architettura e i flussi di autorizzazione più comuni, evidenziando i vantaggi rispetto ai metodi tradizionali di autenticazione e autorizzazione.

Cos’è OAuth 2.0?

OAuth è nato dalla necessità di fornire un meccanismo di autorizzazione standardizzato e sicuro per le applicazioni web. La prima versione, OAuth 1.0, è stata introdotta nel 2007 ma aveva una complessità elevata dovuta all'uso della crittografia delle firme nelle richieste. OAuth 2.0 è stato rilasciato nel 2012 con l'obiettivo di semplificare il processo di autorizzazione, eliminando la necessità della firma crittografica e introducendo token di accesso con durata limitata.

OAuth 2.0 è un framework di autorizzazione aperto, sviluppato per consentire alle applicazioni di accedere alle risorse di un utente in modo sicuro e controllato. A differenza dell’autenticazione, che riguarda la verifica dell’identità di un utente, OAuth 2.0 si concentra sull’autorizzazione, ovvero sul determinare se un’applicazione ha il permesso di accedere a determinate risorse.

Differenze tra OAuth 1.0 e OAuth 2.0

Sebbene OAuth 1.0 e OAuth 2.0 abbiano obiettivi simili, presentano differenze sostanziali:

  • Semplicità: OAuth 2.0 elimina la necessità di firme crittografiche, rendendo il processo più semplice rispetto a OAuth 1.0.

  • Token di accesso: OAuth 1.0 utilizzava token di lunga durata, mentre OAuth 2.0 introduce i refresh token per migliorare la sicurezza.

  • Supporto per più flussi: OAuth 2.0 è più flessibile e si adatta meglio a vari scenari, tra cui applicazioni mobile e API distribuite.

  • Maggiore sicurezza: OAuth 2.0 può sfruttare tecniche avanzate di sicurezza, come PKCE, per proteggere dai tentativi di attacco man-in-the-middle.

Architettura di OAuth 2.0

OAuth 2.0 coinvolge diversi attori principali:

  • Resource Owner (proprietario della risorsa): l’utente che possiede i dati protetti.

  • Client: l’applicazione che vuole accedere alle risorse protette.

  • Authorization Server: il server che autentica l’utente e rilascia i token di accesso.

  • Resource Server: il server che ospita le risorse protette e verifica la validità dei token di accesso.

Flussi di Autorizzazione

OAuth 2.0 definisce diversi flussi (grant types) per ottenere un token di accesso, ognuno adatto a scenari specifici.

Authorization Code Flow

Questo è il flusso più sicuro e viene utilizzato principalmente per applicazioni web server-side.

  1. L’utente accede a un’applicazione e viene reindirizzato all’Authorization Server.

  2. Dopo l’autenticazione, l’utente concede le autorizzazioni richieste.

  3. L’Authorization Server rilascia un codice di autorizzazione temporaneo.

  4. L’applicazione prende il codice di autorizzazione ricevuto e invia una richiesta POST all’Authorization Server per ottenere un token di accesso.

  5. L’applicazione utilizza il token per accedere alle risorse protette.

Questo flusso garantisce sicurezza perché le credenziali dell’utente non vengono mai condivise direttamente con il client.

Implicit Flow

Il flusso implicito è simile all’Authorization Code Flow, ma è destinato alle applicazioni frontend (SPA, Single Page Applications). Invece di ottenere un codice di autorizzazione, l’app riceve direttamente un token di accesso.

Tuttavia, poiché il token viene esposto nel browser, questo flusso è considerato meno sicuro e il suo utilizzo è sconsigliato nelle implementazioni moderne.

Resource Owner Password Credentials Flow

Questo flusso consente al client di raccogliere direttamente le credenziali dell’utente (username e password) e scambiarle con un token di accesso.

Sebbene sia più semplice, questo metodo presenta gravi rischi per la sicurezza in quanto le credenziali dell’utente devono essere gestite dall’applicazione.

Client Credentials Flow

Utilizzato per comunicazioni tra servizi senza coinvolgimento dell’utente. L’applicazione utilizza le proprie credenziali per ottenere un token di accesso e accedere alle risorse protette.

Questo metodo è adatto per API e microservizi che necessitano di autenticarsi tra loro.

Device Authorization Flow

Utilizzato per dispositivi con input limitato, come smart TV e console di gioco. L’utente riceve un codice da inserire su un altro dispositivo (es. uno smartphone) per completare l’autenticazione.

Token in OAuth 2.0

OAuth 2.0 utilizza diversi tipi di token per gestire l'autenticazione e l'autorizzazione in modo sicuro ed efficiente. Il principale è l'Access Token, che consente alle applicazioni di accedere alle risorse protette per conto dell'utente. Questo token ha una durata limitata, dopo la quale non è più valido e non può essere utilizzato per effettuare richieste.

Per evitare che l'utente debba autenticarsi nuovamente ogni volta che l'access token scade, OAuth 2.0 introduce il Refresh Token. Questo secondo tipo di token permette di ottenere un nuovo access token senza dover ripetere l'intero processo di autenticazione, migliorando così l'esperienza utente e la sicurezza del sistema.

I token sono generalmente rappresentati come JSON Web Tokens (JWT), un formato compatto e sicuro che consente di includere informazioni sull'utente e sulle autorizzazioni direttamente all'interno del token stesso. Questo aspetto sarà esplorato più in dettaglio nella prossima lezione.

Sicurezza in OAuth 2.0

Per garantire la sicurezza di OAuth 2.0, è essenziale seguire le best practices:

  • Utilizzare il flusso di autorizzazione più sicuro per il proprio caso d’uso.

  • Proteggere i token di accesso e limitarne la durata.

  • Evitare di esporre i token nelle URL.

  • Utilizzare HTTPS per tutte le comunicazioni.

  • Implementare l’uso di PKCE (Proof Key for Code Exchange) per prevenire attacchi di intercettazione.

Vantaggi di OAuth 2.0

L’adozione di OAuth 2.0 presenta numerosi vantaggi, tra cui:

  • Miglior esperienza utente: l’utente può concedere l’accesso senza dover condividere le proprie credenziali con l’applicazione.

  • Maggiore sicurezza: grazie ai flussi di autorizzazione e all’utilizzo di token con durata limitata, OAuth 2.0 riduce il rischio di esposizione delle credenziali.

  • Scalabilità: il framework si adatta facilmente a diversi scenari, incluse le applicazioni mobili, web e le API.

  • Standardizzazione: OAuth 2.0 è adottato globalmente ed è supportato da numerose piattaforme, semplificando l’integrazione tra diversi servizi.

Conclusioni

OAuth 2.0 è diventato lo standard per l’autorizzazione moderna, garantendo un accesso sicuro e controllato alle risorse protette. Comprendere i suoi principi fondamentali è essenziale per implementare soluzioni di autenticazione e autorizzazione robuste nelle nostre applicazioni. Nella prossima lezione, approfondiremo l’integrazione di OAuth 2.0 in un’applicazione web, illustrando un caso pratico di implementazione passo dopo passo.

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