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Linux @ Smau 2002

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Smau 2002

Anche quest'anno sono uscito da Smau con l'amaro in bocca: ben poche novità, tanta pubblicità e gadget per un esercito di turisti in gita domenicale. A dimostrazione che Smau è ormai diventato un evento per le masse, per tutti, soprattutto per i non addetti ai lavori.

La partecipazione a Smau è ormai motivo più di prestigio che un'occasione per presentare qualcosa di nuovo o farsi conoscere. Probabilmente il potere mediatico del Web ha fatto in modo che non si sentisse strettamente la necessità di presentare un prodotto a una fiera (difficile trovare a Smau qualcosa che non è possibile trovare anche sul Web con informazioni più dettagliate).

Per questo le "piccole" aziende e tutte quelle che non hanno come target le masse (come possono essere le società che investono su Linux, un sistema operativo ancora di nicchia per i desktop) sono poco disposte a spendere fior di quattrini per uno stand a Smau (costi che comunque si sono notevolmente ridotti rispetto agli altri anni). Se a questo si aggiunge lo scarso interesse verso questo tipo di fiere che hanno molte aziende che investono o offrono soluzioni basate sul Free Software (come abbiamo già detto ormai questo genere di fiere sta diventando sempre più popolare con conseguente maggiore diminuzione dei visitatori o addetti ai lavori interessati a GNU/Linux).

Linux e SMAU

Stando a questa premessa sembra che la situazione non sia stata delle più rosee per le aziende che investono su Linux. In effetti rispetto all'anno scorso la presenza di Linux a Smau non ha fatto grandi passi in avanti. Già nell'edizione del 2001 infatti avevamo riscontrato uno scarso interesse in generale e la sostanziale assenza di tutte le società che investivano e credevano in GNU/Linux (cfr. Articolo:Linux @ Smau 2001). Facevano eccezione IBM e SuSE, unici portavoce dell'Open Source e del Free Software a Smau.

Quest'anno la situazione è stata del tutto analoga. IBM che ha investito e continua a investire ingenti capitali su GNU/Linux è stato uno dei pochi a dare visibilità al sistema operativo del pinguino. Oltre a IBM era presente Red Hat Magazine, rivista ufficiale (italiana e unica al mondo) della distribuzione del North Carolina. Oltre a Red Hat (che aveva snobbato l'edizione 2001) molte distribuzioni come SuSE, Sco (ex Caldera) e Madeinlinux erano presenti in qualità di partner IBM.

Oltre a queste ho notato anche il numero crescente di società che offrivano servizi basati sul Free Software, sintomo di un aumento dell'attenzione da parte delle aziende verso il software libero.

Conclusioni

Concludendo e tralasciando ogni considerazione sulla qualità complessiva della fiera è da notare senza dubbio la progressiva "commercializzazione" di questo evento, che purtroppo rende poco vantaggiosa la presenza da parte delle aziende che investono sul Free Software. Restano comunque IBM e pochi altri (molti dei quali all'interno dello stand IBM in qualità di partner) a fare da "portabandiera" (probabilmente più per prestigio e perché comunque una società del calibro di IBM essendo impiegati su più fronti, compreso quello orientato alla massa, ha certamente una certa convenienza a partecipare a questo genere di fiere).

L'interesse globale verso le tematiche del Free Software e Open Source è comunque stato presente da parte degli organizzatori (a testimonianza che Linux comunque è una realtà ed è inutile ignorarlo): basti pensare ai convegni e tavole rotonde organizzate (in particolar modo mi riferisco a quella sulla contrapposizione tra le due filosofie e modelli economici, quello Open Source e quello sul software commerciale, oppure quello organizzato dai BlackHats (www.blackhats.it) sulle tematiche riguardanti la sicurezza informatica e l'ethical hacking.

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