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Autopackage: l'installer universale per Linux

Autopackage semplifica l'installazione delle applicazioni su Linux. Sempre più utilizzato, è destinato a coadiuvare la classica gestione a pacchetti
Autopackage semplifica l'installazione delle applicazioni su Linux. Sempre più utilizzato, è destinato a coadiuvare la classica gestione a pacchetti
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Una delle diversità che fin da subito balzano agli occhi del nuovo utente Linux è la differente gestione dei programmi da installare. Chi proviene dal mondo Microsoft infatti è stato abituato a lanciare un semplice setup.exe, trovato anche in rete, per iniziare ad utilizzare la nuova applicazione. La procedura è una unica per tutte le versioni di Windows, anche il file di installazione è quasi sempre unico.

Su Linux invece dobbiamo fare attenzione alla distribuzione, alla sua versione e che tutte le dipendenze siano soddisfatte. Installare poi una nuova applicazione partendo dal codice sorgente può essere un vero incubo per un neofita. A questo problema si è risposto con la creazione dei sistemi di pacchettizzazione di binari, come lo sono ad esempio i Deb e gli Rpm, e a programmi per la risoluzione automatica delle dipendenze, come lo è Apt. Resta comunque il problema per tutti quei pacchetti che non sono rilasciati ufficialmente dalla distribuzione (e quindi non disponibili tramite repository) e per quelle distribuzioni che non adottano un sistema come Apt. Chi crea un programma e vuole renderlo disponibile si trova comunque costretto a rendere disponibile una miriade di pacchetti praticamente uno per tutte le versioni più recenti delle distribuzioni più diffuse.

Per cercare di trovare una soluzione a questo problema un team di sviluppo ha dato il via, tre anni fa, ad Autopackage un sistema per la distribuzione di pacchetti, validi universalmente su tutte le versioni di tutte le distribuzioni basate su Linux, che tenga traccia delle dipendenze e che sia facilmente installabile. Da qualche mese è stata rilasciata la versione 1.0 di questo software, che dimostra già una certa maturità. Autopackage è un sistema nuovo che non condivide nulla con i pacchetti Rpm o Deb o Portage di Gentoo.

A questo punto una possibile obiezione potrebbe consistere nel non capire come cercare di portare ordine nel caos creato da più sistemi di pacchettizzazione proponendo un nuovo sistema, invece di migliorare uno già esistente. Il punto è che nelle intenzioni del team di sviluppo di Autopackage non c'è quello di sostituire Rpm o Deb, ma fornire uno strumento semplice da usare per gli sviluppatori di software per distribuire le proprie creazioni e semplice e pratico da usare per gli utenti. L'utente potrà installare la propria distribuzione, che ovviamente potrà continuare ad utilizzare il proprio sistema di gestione dei pacchetti e ricorrere a Autopackage per installare ad esempio applicazioni trovate in rete. Questo perché per come sono strutturati i pacchetti tradizionali sono più veloci da installare.

Gli "autopackage" disponibili non sono numerosi come gli Rpm o Deb, ma sono ugualmente diffusi. Per installarne uno non è necessario avere nessun software di gestione (come invece succede per i sistemi tradizionali). Il "package manager" infatti verrà installato automaticamente al primo pacchetto che si proverà a installare. A questo punto verranno controllate (ed eventualmente installato tutto quello che è necessario per soddisfarle) le dipendenze e verrà avviata l'installazione del pacchetto. Degli "autopackage" presenti sul sistema verrà tenuto un database in modo tale da poterli disinstallare agevolmente.

Una delle possibilità per ora non offerte da questo sistema è l'aggiornamento dei pacchetti come è possibile fare ad esempio con Apt: l'utente dovrà sempre e comunque scaricare il nuovo "autopackage", disinstallare quello precedente e installare così la nuova versione. Il comando che ci consente di interagire con il database di autopackage è il comando package. Ad esempio per rimuovere un pacchetto è possibile usare il comando package remove nomepacchetto. Un altro degli inconvenienti nell'utilizzo di questo sistema (soprattutto dalla parte degli sviluppatori però) è che chi crea un pacchetto deve premurarsi che le librerie a cui fa riferimento siano disponibili ed eventualmente creare gli autopackage per le mancanti.

Autopackage è certamente un ottimo strumento per la distribuzione di applicazioni sul web o applicazioni commerciali. Offre delle possibilità che i sistemi di pacchettizzazione tradizionali non prevedono. Purtroppo è innegabile come la sua utilità sia direttamente proporzionale alla quantità di pacchetti disponibili, il cui sta, seppur lentamente, aumentando. Potete dare un'occhiata ad alcuni dei programmi disponibili con questo sistema direttamente a partire dal sito di riferimento.

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