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Presentazione di Debian 3.0

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Dopo oltre due anni di sviluppo è finalmente stata ritenuta pronta per essere rilasciata la versione 3.0 di Debian, una delle più celebri e apprezzate distribuzioni GNU/Linux. L'annuncio, avvenuto il 19 Luglio, pone fine a una lunga attesa e a una serie di ritardi sull'uscita di questa distribuzione. Debian, la distribuzione che maggiormente tiene a cuore la valorizzazione del Free Software, molto apprezzata sia dagli sviluppatori che in ambito server rilascia un prodotto pieno di lati interessanti.

Prima di tutto è la prima distribuzione a essere rilasciata con ben sette CD (più uno contente il software non libero). È anche vero che distribuzioni come Red Hat o SuSE vengono distribuite commercialmente anche su svariati CD, ma spesso si tratta o di supporti contententi demo (e comunque solo parzialmente utilizzati) o pieni di documentazione o codici sorgenti.

Debian Woody (questo è il suo nome in codice, con il quale viene chiamata ormai da due anni dagli appassionati) contiene bene sette CD di software precompilato, con la possibilità di reperire su internet i codici sorgenti. Anche come numero di pacchetti disponibili sembra essere la distribuzione che ne ha il maggior numero: oltre quattro mila. È anche vero che Debian come politica di creazione dei pacchetti preferisce minimizzare e frammentarne il numero, in modo da avere la possibilità di installare solo ciò di cui si ha bisogno. E infatti, un'installazione minima di Debian rientra tranquillamente in 150 MB: non ci si può aspettare molto, ma è comunque un sistema minimale per poter ad esempio riutilizzare vecchi PC con dischi rigidi di capacità molto ridotta.

Lo sviluppo di Debian prevede 3 fasi: una, denominata unstable, nella quale viene data la fisionomia alla distribuzione, una successiva fase di testing, con la quale si definisce cosa (applicazioni e le loro versioni) verrà inserito, per essere rilasciata definitivamente come stable. Come è già stato detto per Woody questo cammino è durato ben due anni, per cui le differenze e novità rispetto alla precedente Debian 2.2 (Potato) sono tantissime. Vediamole.

Innanzitutto viene utilizzato ufficialmente il kernel 2.4, il 2.2 resta comunque una scelta possibile. Per la prima volta compare l'ambiente grafico KDE (nella versione 2.2), fino ad ora escluso per via della controversa licenza delle librerie QT. È ovviamente presente anche GNOME (anche se nella versione 1.4). Un'altra delle novità sicuramente molto apprezzate è la presenza di aptitude un tool per la gestione dei pacchetti alternativo al consolidato (ma terribilmente ostico) dselect. Fa la sua comparsa anche XFree86 nella versione 4, la 4.1 per la precisione. È presente per la prima volta anche Mozilla (versione 1.0). Essendo state ridotte le limitazioni sull'esportazione di software di crittatura forte negli Stati Uniti, sono presenti nell'installazione di default OpenSSH e GNUPG (Gnu Privacy Guard). È anche compatibile con la FHS (Filesystem Hierarchy Standard) 2.2.

L'utenza desktop troverà molto probabilmente questa distribuzione già morta sul nascere: troppi pacchetti datati, a molti potrebbe sembrare che sia rimasta indietro addirittura di un anno rispetto alle altre distribuzioni commerciali (mancano infatti XFree86 4.2, KDE 3.0, GNOME 2.0). La ragione è semplice: Debian non è chiaramente una distribuzione per l'utenza Desktop, e non è predisposta neanche per quella Workstation. Nonostante questo è una delle predilette da hacker, sviluppatori o amministratori di sistema.

I tempi di attesa (ben due anni per lo sviluppo di una distribuzione) e il software incluso vanno tutti in direzione della stabilità, essendo il "mercato" dei server il target di questa distribuzione. A conferma di questo viene anche il numero di architetture hardware supportate da Debian, ben 11 che vanno dal palmare al supercomputer.

Il sistema di aggiornamenti, APT, è probabilmente il migliore esistente sulla piazza, e il team di sviluppo che sta dietro è veramente notevole (viene ad esempio curato un mirror esclusivamente per i security fix). Veloce, leggero e semplice da utilizzare, APT e la struttura dei mirror è uno dei maggiori punti di forza di questa distribuzione, ed è stato migliorato con la possibilità di effettuare un aggiornamento "misto" tra le diverse versioni di sviluppo. Debian non possiede molti strumenti di configurazione "grafica" per X, i pochi presenti sono di terze parti e inclusi come applicazioni.

La messa a punto di tutto viene lasciata a Debconf, che si occupa della configurazione dei pacchetti subito dopo la loro installazione (costringendo quindi l'utente a non lasciare software non configurato). Per chi volesse utilizzarlo anche in ambito desktop (ovviamente possibilissimo, ma si rischiano di non apprezzare alcuni dei punti di forza di questa distribuzione) esistono anche diversi mirror non ufficiali che consentono facilmente l'inserimento di software più aggiornato.

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