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Redmond Linux 1.0

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Pensate a un utente Windows che un giorno decidesse all'improvviso di provare una di quelle cose delle quali moltissimi parlano, ma sulla quale pochi hanno chiare le idee. Sto parlando naturalmente di Linux. Soprattutto perché viene visto come sistema operativo anti-Windows, cosa non gli rende giustizia, poiché per moltissimi rimane ancora un "gioco". Interessi economici e "rabbia" di alcuni utenti però ne hanno fatto un vessillo nella battaglia contro Microsoft. Ritornando al nostro caro utente Windows...

Appena costui voglia fare un pò di chiarezza su questo "oggetto misterioso", scoprirà che non esiste una sola "versione" di Linux, anche perché questo è solo il kernel, solo una parte del sistema operativo. Dopo essersi un pò informato o fatto consigliare il rischio maggiore è che resti comunque disorientato dal numero di distribuzioni disponibili. Ognuna di esse ha più o meno un target specifico, ma quale fa esattamente al caso suo? Probabilmente quello che vorrà sarà una distribuzione molto simile a Windows, anche nella grafica, per non parlare delle applicazioni disponibili, e con la quale ci si possa fare tutto quello che si faceva prima. Senza dimenticare la facilità d'uso, la configurazione e l'installazione.

Redmond Linux punta proprio a questo. Come il nome stesso vi suggerirà questa distribuzione vuole dare una risposta a coloro che si interrogano ancora sulla possibilità di avere un sistema operativo basato su Linux anche sui desktop, magari al posto di Windows.

Il primo dicembre scorso è stata rilasciata la versione 1.0, liberamente scaricabile dal sito www.redmondlinux.org o da uno dei mirror, oppure acquistabile per la modica cifra di 29.95 dollari, nella versione contenente il CD di installazione, il manuale per l'installazione, e 60 giorni di supporto per email (c'è anche la possibilità di acquistare una versione da 3 CD che ha in più un CD con i sorgenti e uno con i DevTools, entrambi comunque anche scaricabili online).

Una delle cose che ci ha colpito fin da subito è la presenza sul CD di file come autoplay.exe e autorun.inf che ci fanno venire subito alla mente programmi per MS Windows. Abbiamo quindi provato a far "partire" il CD da Windows 98 e abbiamo scoperto con piacere che viene data la possibilità di avviare l'installazione direttamente da Windows.

Purtroppo però abbiamo incontrato qualche problema con questo tipo di installazione, in quanto dopo aver scelto dove installare LILO, il PC non ha avuto il reboot sperato, non si è avviata l'installazione di Redmond Linux e ci siamo ritrovati con Windows 98, proprio come prima. Abbiamo quindi provveduto a bootare il PC da CD-ROM e ad eseguire la classica installazione di un sistema operativo. L'idea di far partire l'installazione direttamente da Windows è molto interessante, soprattutto perché renderebbe immediata l'installazione di questo sistema operativo senza dover mettere mano alle impostazioni del BIOS (per impostare il boot da CD-ROM). Sono certo che comunque è un errore che verrà risolto nelle prossime release.

I requisiti sono piuttosto alti per un classico sistema Linux, ma sono simili a quelle delle distribuzioni più blasonate e nettamente inferiori rispetto ai sistemi operativi Microsoft di ultima generazione: viene richiesto almeno 1 GB di spazio non partizionato, 64 MB di RAM, e un processore da almeno 300 Mhz. Tutte richieste accettabili per un computer moderno.

Purtroppo Redmond Linux non possiede una propria utility per il ridimensionamento delle partizioni come SuSE e Mandrake, quindi dovrete provvedere da soli a far spazio per il nuovo sistema operativo (con un nuovo hard disk, utilizzando programmi come Partition Magic, oppure qualora siate decisi a mettere fine alla vostra esperienza con Windows, cancellando la partizione di Windows in fase di installazione). Anche questo sarebbe un lato da migliorare, proprio perché il ripartizionamento è una delle cose che maggiormente impaurisce chi vuole anche solo provare GNU/Linux. Magari anche un'utility chiara e semplice come quella presente nella SuSe Linux 7.3, giusto per dare all'utente l'unico imbarazzo di decidere quanto spazio lasciare a Windows.

Al boot l'installazione procede con la classica interfaccia grafica, basata su Lizard di Caldera (e come Caldera anche Redmond Linux usa l'RPM come pacchetti precompilati). Viene chiesto di scegliere mouse, tastiera, scheda video e monitor. A dire il vero il riconoscimento automatico dell'hardware andrebbe un pò perfezionato (non è stato riconosciuto correttamente il mouse, la scheda video e il monitor), ma trattandosi di hardware conosciuto non c'è stato nessun problema selezionandolo dalla lunga lista di ciò che viene supportato. Qualcosa che secondo me sarebbe da inserire è l'internazionalizzazione: l'unica lingua disponibile è l'inglese e non c'è stata la possibilità di scegliere il nostro tipo di tastiera.

Bisognerà quindi scegliere dove posizionare Redmond Linux: potremmo utilizzare l'intero disco, cancellando ogni partizione presente (sconsigliato se non vorrete fare a meno di Windows, anche se questo è proprio uno degli obiettivi che si prefigge questa distribuzione), usare dello spazio non partizionato, scegliere una partizione Linux precedentemente creata (sono supportate ext2 e ext3), ripartizionare manualmente l'hard disk. Una volta scelta la partizione da usare, ci verrà chiesto di premere su un pulsante apposito per la formattazione (in modo da esser certi di non commettere errori).

A questo punto partirà silenziosamente l'installazione, senza che neanche l'utente se ne accorga. C'è un'unica configurazione disponibile, quindi non vi verrà richiesto cosa installare e cosa no. Questo perché quelli di Redmond nel voler semplificare il più possibile la propria distribuzione allo scopo di non confondere i propri utenti con la miriade di programmi che Linux dispone, hanno scelto ogni programma con la massima cura, in modo da assegnare un compito specifico ad uno ed uno solo di essi. Per esempio manca il numero spropositato di editor che una comune distribuzione ha, stesso dicasi per i client di posta, browser, lettori audio/video, ecc. Ogni selezione è stata fatta per dare all'utente la migliore scelta possibile. Come ambiente grafico è stato scelto KDE, ma sono presenti anche programmi di GNOME. Questo approccio, probabilmente non condivisibile da tutti, ha un senso: quello che ne viene fuori è qualcosa di estremamente lineare e funzionale, l'utente non rischia di perdersi tra tutte le possibili scelte e gli sviluppatori hanno anche tutto il tempo di testare quello che c'è e di assicurarsi che funzioni al meglio.

Mentre l'installazione procede bisognerà creare gli account per gli utenti del sistema, e scegliere la password di root (da notare che viene chiamata "System Password", la parola root non l'abbiamo mai vista, questo per non creare ambiguità e confusione in chi non abbia mai avuto nulla a che fare con un sistema operativo Unix compatibile). Poi toccherà alla configurazione della rete, del modem, della stampante (di default viene usato CUPS), del fuso orario e dell'installazione del boot loader. Tutto è semplificato al massimo ed estremamente facile da configurare.

Finito di configurare il sistema nel tempo rimanente potremo dilettarci con il classico "Solitario" (molto simile in grafica a quello di Windows). Questa è una chicca, molto apprezzata, non tanto per il fatto in sè, l'utente se ne avrà voglia potrà giocare anche dopo ai suoi giochi di carte preferiti, ma in quanto aiuta a far trascorrere il tempo nell'attesa dell'installazione, per non parlare del fatto che contribuisce a mettere a proprio agio l'utente.

Ultimo passo sarà quello di creare un disco di boot (caldamente consigliato) e di riavviare il PC.

L'installazione è quanto di più semplice si possa trovare: nessuna domanda sconvolgente o particolare bagaglio tecnico richiesto. Il tutto poi in maniera molto veloce (in mezz'ora tutto è stato portato a buon fine) grazie al fatto che non si perde tempo nella scelta dei pacchetti, e alle dimensioni ridotte della distribuzione. Probabilmente chi non conosce già Linux e non ha grosse difficoltà a scegliere quello che gli serve penseranno che questa sia una carenza. Ma non bisogna mai dimenticarsi quello che è il target di questa distribuzione e cioè gli utenti inesperti che non hanno mai visto neanche lontanamente Linux e che vogliono fin da subito sentirsi a proprio agio.

Ovviamente il boot scelto è quello grafico, con KDM per il login. Non viene richiesto che l'utente conosca a cosa serve l'account di root (come già detto la password dell'amministratore viene sempre chiamata System Password), oppure la struttura tipica di un filesystem Unix, e tutto sembra organizzato affinchè non dovessimo mai ricorrere a un emulatore di terminale.

Tutte le applicazioni sono posizionate in menu in base al loro utilizzo. Tutto è ordinato in maniera organica e immediata. Tutto è accessibile immediatamente con al massimo un paio di click. Come già detto l'ambiente grafico è KDE, ma sono presenti anche diverse applicazioni di GNOME. Il browser scelto è Mozilla e sono presenti tutti i plugin in modo da non far mancare nulla al "navigatore". È anche presente Acrobat Reader, il famoso "lettore" di file PDF, e Real Player 8.

È presente tutto quello di cui un tipico utente Windows necessita: un browser e client di posta (Mozilla), una suite per l'ufficio (KOffice), lettori per filmati e file audio (xine e xmms), un'utility per la masterizzazione (KOnCD, anche se quest'ultimo ha dato qualche problema, documentato tra l'altro anche sul sito). Anche il "Pannello di Controllo" è quello di KDE, con dei plugin di Redmond per poter gestire al meglio tutto.

Quello che maggiormente colpisce da subito è la personalizzazione che gli sviluppatori di Redmond hanno voluto dare a questa distribuzione: inequivocabilmente tutto richiama il sistema operativo di Microsoft (in particolare XP). In particolare sul desktop sono presenti solo poche icone. Tra queste "My Linux computer", dal quale potremmo accedere alle nostre periferiche, proprio come in "Risorse del Computer" di Windows. Ogni file è associato alla sua applicazione in base all'estenzione. E tutto funziona correttamente in questo senso. È anche possibile accedere al volo a delle "condivise" con SMB tramite "Network Browser".

Una cosa che ci ha incuriosito è la presenza di un "Remote access configuration". Caricandolo non si fa altro che avviare sshd, il demone per la connessione remota crittata. È una cosa molto intelligente: il target a cui si riferisce Redmond Linux difficilmente avrà bisogno di sshd, ma potrebbe essere molto utile dargli la possibilità di attivarlo, magari per permettere al supporto l'intervento al volo da remoto. È anche presente un'utility per l'aggiornamento online e per l'installazione di nuovi programmi, molto simile a Windows Update.

Le mie impressioni su questa distribuzione sono molto positive. Ha tutto quello che una distribuzione deve avere per far fronte alle esigenze di un'utenza alle prime armi: grafica molto accattivante, pulizia e semplicità ed ha le applicazioni che servono, niente di più niente di meno. L'utenza esperta di Linux probabilmente vedrà in questo una serie di limiti: niente personalizzazione estrema con la scelta di quello che si vuole installare, niente (o almeno limitato e senz'altro nascosto) uso della console, mancanza ovviamente dei server. Come più volte ripetuto, non è una soluzione per chi già usa Linux. Ma è un'ottima soluzione per chi voglia usare Linux anche sui desktop, pur non avendone mai sentito parlare prima. Personalmente consiglio a tutti coloro che vogliono provare qualcosa di nuovo di dare uno sguardo a questa distribuzione. Forse la mancanza di applicazioni all'altezza si fa sentire (KOffice non è ancora equivalente a MS Office), ma quello non dipende da Redmond. È disponibile anche un altro CD contenente una serie di giochi, anche questo scaricabile. Diciamo che Redmond Linux ha fatto tutto quello che poteva fare. E il risultato sembra incoraggiante.

Qualcosa è ancora perfettibile: personalmente rivedrei la scelta delle applicazioni inserite (ma quello dipende anche dai gusti personali), ad esempio il client di posta (meglio Evolution di Mozilla?) e alla suite per ufficio (penserei a StarOffice, ma è anche molto più pesante e forse darebbe qualche problemino in più). Senza perdere di vista la stabilità...

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