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Fedora 37 adotterà i pacchetti RPM 4.18 per migliorare la sicurezza

Fedora 37: si pensa all'adozione di RPM 4.18
Fedora 37 adotterà i pacchetti RPM 4.18 per migliorare la sicurezza
Fedora 37: si pensa all'adozione di RPM 4.18
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In questi giorni i mantainer di Fedora hanno avanzato la proposta di eseguire la transizione completa ai pacchetti software RPM 4.18. Si tratta della più recente incarnazione del RPM Package Manager ovvero il sistema di installer ed eseguibili adottato dalla distribuzione. Anche in questo caso stiamo parlando di una feature che con tutta probabilità sarà implementata su Fedora 37, infatti la code merge window per la beta di Fedora 36 è già chiusa da diverso tempo. L'adozione di  RPM 4.18 permette di offrire un sistema di pacchetti più robusto e sicuro. Tale build dispone infatti di un ventaglio di patch e bugfix che vanno a sistemare tutta una serie di vulnerabilità, anche molto gravi, scoperte durante il 2021.

La migrazione ad RPM 4.18 rientra sostanzialmente all'interno di una più vasta strategia di rinnovo della distribuzione. In questi giorni il team di coder sta infatti iniziando a programmare la tabella di marcia del futuro ramo di sviluppo di Fedora 37. Ad esempio si sta valutando di rimuovere i legacy driver per Xorg dai repository e di deprecare completamente il supporto ai legacy BIOS (Basic Input-Output System), rendendo quindi essenziale la presenza di UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) per poter installare Fedora. Inoltre sembra sia anche in programma l'implementazione di un miglior supporto per gli zero touch onboarding/edge device.

Adottare gli RPM 4.18 potrebbe essere anche un passo essenziale per l'inserimento del nuovo  sistema di firma digitale per i pacchetti software proposto nelle scorse settimane da alcuni developer di Fedora.

In RPM 4.18 troviamo poi diverse funzionalità molto utili per la gestione dei programmi installati nel sistema, come ad esempio una nuova shell interattiva per poter lavorare direttamente con le embedded macros e con gli embedded Lua. Inoltre si può anche annoverare un innovativo CLI (Command Line Interface) tool, chiamato rpmuncompress, che consente di decomprimere più file compressi da diverse sorgenti contemporaneamente.

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