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Shein nel mirino dell'Unione Europea per pratiche commerciali scorrette

Shein sotto accusa dalla Commissione Europea per pratiche scorrette: falsi sconti, difficoltà nei resi e sostenibilità ingannevole.
Shein nel mirino dell'Unione Europea per pratiche commerciali scorrette
Shein sotto accusa dalla Commissione Europea per pratiche scorrette: falsi sconti, difficoltà nei resi e sostenibilità ingannevole.
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Il colosso cinese dell’e-commerce Shein finisce sotto i riflettori della Commissione Europea. Al centro delle accuse, un insieme di pratiche commerciali scorrette che mettono in discussione il rispetto delle normative UE a tutela dei diritti dei consumatori. Tra i punti critici, spiccano la promozione di falsi sconti, procedure di reso poco trasparenti e affermazioni fuorvianti sulla sostenibilità.

L’indagine, condotta in collaborazione con il Consumer Protection Cooperation Network (CPC), ha svelato un sistema di vendita che sfrutta strategie ingannevoli. Tra queste, emergono sconti costruiti su prezzi mai realmente applicati e la creazione di urgenze artificiali attraverso timer e countdown, progettati per spingere i consumatori ad acquisti impulsivi. Queste pratiche non solo violano le normative europee, ma compromettono anche la fiducia degli utenti nel mercato digitale.

Clienti disorientati tra resi difficili e promesse ambientali

Le criticità non si limitano alle tecniche di vendita. I consumatori europei spesso si trovano in difficoltà di fronte a informazioni incomplete sui diritti di reso e rimborso. Le procedure attualmente adottate da Shein non rispettano le norme UE, rendendo complesso per i clienti esercitare i propri diritti. Particolarmente preoccupante è l’uso improprio di etichette legate alla sostenibilità, con affermazioni ambientali che risultano difficilmente verificabili o, in alcuni casi, apertamente ingannevoli.

A peggiorare la situazione, la scarsa disponibilità di contatti aziendali sul sito di Shein rappresenta un ulteriore ostacolo per i consumatori che cercano di risolvere eventuali problemi. Questa mancanza di trasparenza contribuisce a un clima di sfiducia, evidenziando ulteriormente la necessità di interventi regolatori.

La Commissione Europea ha dato all’azienda un termine di 30 giorni per rispondere alle accuse e proporre un piano correttivo che garantisca la conformità alle normative europee. In caso di mancato adeguamento, Shein rischia pesanti sanzioni economiche e potenziali limitazioni alle sue attività nel mercato UE.

Una battaglia su più fronti

Le difficoltà di Shein non si fermano all’Europa. Negli Stati Uniti, l’azienda deve affrontare nuove sfide, tra cui l’introduzione di tariffe doganali più elevate e controlli stringenti sulle filiere produttive. Inoltre, emergono accuse di violazioni dei diritti umani lungo la catena di fornitura e critiche crescenti al modello di business “ultra-fast fashion”, considerato insostenibile dal punto di vista ambientale.

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