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Architetture serverless e gli (alti) costi della scalabilità

E' sempre conveniente migrare verso le architetture serverless? Analisi di un caso pratico.
Architetture serverless e gli (alti) costi della scalabilità
E' sempre conveniente migrare verso le architetture serverless? Analisi di un caso pratico.
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Le soluzioni serverless stanno via via acquisendo popolarità e diffusione sempre maggiore. Questo perché tali architetture permettono di delegare ad un sistema automatizzato la gestione dell'infrastruttura hardware/software di un server web.

I sistemi serverless sono infatti un metodo per la creazione ed esecuzione di applicazioni e servizi che non richiede la gestione di un'infrastruttura. Le applicazioni sono comunque eseguite su server ma la gestione di questi ultimi è a carico del cloud provider.

Teoricamente le architetture serverless permettono di risparmiare sui costi di gestione e amministrazione dei server. Tuttavia non è detto che siano adatti ad ogni contesto ed esigenza. A tal proposito oggi vogliamo proporvi l'esperienza di Einar Egilsson, gestore del sito CardGames.io, che ha provato a migrare il suo portare ad AWS Lambda, ovvero l'offerta serveless di Amazon.

Egilsson ha iniziato a valutare AWS Lambda per tenere aggiornate le sue skill:

Di recente ho voluto cambiare le API che usiamo per CardGames.io, cosi da provare ad utilizzare un Serverless framework. Si tratta di un argomento molto discusso all'interno della community tech e dunque volevo mantenere aggiornate le mie skill. Cosi ho deciso di passare qualche ora a studiarmi questi sistemi.

CardGames.io è hostato su Amazon S3, che viene usato per lo storage delle pagine html, del codice css, degli script javascript e delle immagini. L'API, scritta in C#, viene invece hostata su Elastic Beanstal, usando un server Linux con .NET Core e Docker. Per tali servizi Egilsson dichiara di pagare poco più di 160 dollari al mese.

Dopo aver eseguito la nuova configurazione su AWS Lambda, lo sviluppatore ha deciso di lasciare attivo anche il server di Beanstalk in modo da poter verificare le performance della nuova infrastruttura. Egilsson ha eseguito 100 richieste su entrambi i sistemi e avrebbe osservato che il setup serverless arriverebbe ad essere fino al 15% più lento nell'elaborare le richieste rispetto ad una configurazione tradizionale:

serverless

Egilsson avrebbe poi riscontrato che l'architettura serverless potrebbe rivelarsi anche notevolmente costosa. Dopo alcuni giorni di test la fattura del servizio sarebbe lievitata ad oltre 100 dollari. In buona sostanza il costo mensile sarebbe arrivato a 1.350 dollari al mese, ovvero 1.200 dollari in più rispetto al vecchio sistema.

Egilsson ha quindi preferito tornare alla precedente configurazione. Un cloud provider può essere relativamente costoso e non alla portata di tutte le aziende, sopratutto se si necessità di un ambiente estremamente scalabile. Tuttavia se si ha la necessità di distribuire velocemente un servizio o un’applicazione i sistemi serverless risultano essere probabilmente l'ideale.

Via Einar Egilsson

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