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Google Search: quanto contano gli interventi umani sull'algoritmo?

Una recente inchiesta cerca di chiarire quanto i risultati di ricerca e l'advertising di Google vengano influenzati dalle decisioni della società
Google Search: quanto contano gli interventi umani sull'algoritmo?
Una recente inchiesta cerca di chiarire quanto i risultati di ricerca e l'advertising di Google vengano influenzati dalle decisioni della società
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L'agenzia Antitrust statunitense, guidata dalle prove raccolte da ben 50 procuratori generali americani, sta indagando su possibili comportamenti anticoncorrenziali da parte di Google e della sua compagnia "madre", Alphabet.

L'inchiesta riguarda il comportamento dell'algoritmo di ricerca usato dalla compagnia di Mountain View e le possibili influenze umane nelle ricerche.

Le indagini sono in corso già da diversi anni ma un articolo recentemente pubblicato sul Wall Street Journal ha dato nuova rilevanza alla vicenda. La redazione del giornale newyorchese avrebbe infatti intervistato più di 100 ex collaboratori e dipendenti di Big G, rimasti anonimi, che lavoravano a diretto contatto con il team di Google Search.

Dalle interviste sarebbe emerso che l'azienda avrebbe spesso manipolato i risultati delle ricerche basandosi su un sistema di valutazione interna composto dai voti dei propri collaboratori. Un ex dipendente avrebbe affermato, ad esempio, che i risultati delle query di ricerca inerenti ad un argomento delicato come il suicidio sarebbero stati influenzanti da tale sistema di votazione interna, in modo da far apparire come primo risultato il sito della National Suicide Prevention Lifeline ed evitare che venissero presentati contenuti sul come togliersi la vita. Un caso simile si sarebbe verificato anche con le ricerche anti-vax e con i siti di disinformazione.

Stando a quanto riportato dal quotidiano, anche l'algoritmo che sta dietro alla funzione di autocompletamento sarebbe soggetto a revisioni da parte di attori umani. Le fonti del WSJ affermerebbero che Google avrebbe stilato una blacklist dei contenuti, come ad esempio alcune parti del corpo umano o i siti Web di spam e fake news, che non dovrebbero essere mostrati durante l'autocompletamento e lo stesso varrebbe anche per Google News.

Questi interventi umani sull'algoritmo, sempre secondo le fonti del WSJ, avrebbero effetti anche sull'advertising, favorendo le realtà più strutturate e penalizzando quelli più piccoli nelle ricerche e nelle visualizzazioni degli annunci pubblicitari.

A tal proposito si farebbe riferimento anche ad Ebay, uno dei più importanti siti e-commerce, che avrebbe ricevuto dei suggerimenti direttamente da Google su come migliorare i propri risultati nelle ricerche. Le medesime indicazioni non sarebbero state fornite a store dalle dimensioni più contenute, causando loro uno svantaggio competitivo.

L'antitrust USA starebbe ancora raccogliendo prove in modo da formulare un'accusa ben precisa davanti ad una corte federale. Se le testimonianze dovessero risultare veritiere Google potrebbe rischiare una sanzione anche molto elevata.

Via ArsTechnica

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