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Microsoft Store: ripensamenti sui software open source

Dopo aver ricevuto varie critiche dalla community FOSS, Microsoft ha rimosso il divieto di vendere app open source sullo store di Windows 11.
Microsoft Store: ripensamenti sui software open source
Dopo aver ricevuto varie critiche dalla community FOSS, Microsoft ha rimosso il divieto di vendere app open source sullo store di Windows 11.
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A metà dello scorso mese, Microsoft aveva comunicato a sviluppatori e utenti di voler evitare la vendita di software open source tramite il Microsoft Store di Windows 11. I cambiamenti sarebbero dovuti entrare in vigore dal 16 luglio scorso, ma a quanto pare il colosso di Redmond ha avuto dei ripensamenti al riguardo.

Microsoft Store: dietrofront sul divieto di vendita del software open source

Raccogliendo e accogliendo le critiche al riguardo pervenute nell’ultimo mese da parte della community FOSS (Free and Open Source Software), Microsoft ci ha ripensato e ha comunicato che si possono continuare a vendere anche le app open source sullo store di Windows 11.

Nelle score ore, infatti, è stato rimosso qualsiasi riferimento al software open source nella sezione dei Criteri delle policies del Microsoft Store. In compenso, è stato aggiunto un link al form che possono usare sviluppatori e aziende che intendano segnalare violazioni della proprietà intellettuale. Cambia pure la data di entrata in vigore, adesso fissata al 18 agosto.

Andando più in dettaglio, la versione 7.16 delle regole del Microsoft Store prevedeva al punto 10.8.7 il divieto per gli sviluppatori di “non provare a trarre profitto da un software open source o di altro tipo altrimenti disponibile a livello generale e gratuitamente“. Gli sviluppatori, dunque, non potevano pubblicare software open source a pagamento, al fine di evitare il proliferare di cloni, vale a dire app simili basate sul medesimo codice sorgente.

Il divieto avrebbe comportato la rimozione di varie app dallo store, avrebbe avuto implicazioni per le soluzioni proprietarie che comprendono componenti open source e avrebbe costretto gli sviluppatori a sfruttare una licenza diversa.

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