Microsoft ha introdotto una delle novità più attese nel panorama IT con il lancio della funzionalità di Hotpatching in Windows Server 2025. Questa innovazione consente agli amministratori di sistema di applicare patch di sicurezza critiche senza dover riavviare i server, garantendo una continuità operativa senza precedenti. Tuttavia, la disponibilità di questa tecnologia è limitata agli utenti on-premise che sottoscrivono un abbonamento a pagamento, sollevando discussioni e polemiche nel settore.
Costi e disponibilità
A partire da luglio 2025, l'implementazione del Hotpatching nei sistemi locali richiederà un abbonamento mensile dal costo di 1,50 dollari per core. In contrasto, gli utenti che utilizzano il cloud Azure potranno accedere a questa funzionalità senza costi aggiuntivi. Questo approccio evidenzia una chiara strategia commerciale di Microsoft, che mira a incentivare l'adozione dei propri servizi cloud rispetto alle soluzioni on-premise.
Il piano di abbonamento include l'applicazione di otto hot patch all'anno. Tuttavia, l'azienda ha precisato che, in alcuni casi, potrebbe essere necessario riavviare i sistemi per completare determinati aggiornamenti di sicurezza. Inoltre, gli utenti che partecipano al programma preview verranno automaticamente migrati al modello a pagamento, a meno che non disattivino esplicitamente il servizio entro il 30 giugno 2025.
Evoluzione e implementazione
La tecnologia di Hotpatching non è del tutto nuova per Microsoft. Già nelle precedenti versioni di Windows Server, la funzionalità era stata sperimentata con successo su Azure. Dopo il lancio della preview ad agosto 2024 e la successiva estensione alle distribuzioni gestite tramite Arc a settembre, questa tecnologia è ora disponibile anche per le edizioni Standard e Datacenter on-premise di Windows Server 2025.
Descritta come una rivoluzione nella gestione IT, l'introduzione dell'Hotpatching consente di mantenere i sistemi aggiornati e sicuri senza interrompere le operazioni aziendali. Tuttavia, la scelta di limitare questa funzionalità a un modello a pagamento per gli ambienti locali ha generato diverse critiche.
Reazioni della comunità
La decisione di Microsoft di rendere l'Hotpatching una funzionalità premium ha acceso un acceso dibattito tra professionisti ed esperti di sicurezza. Molti considerano questa tecnologia un elemento essenziale per la sicurezza e criticano la scelta di vincolarla a un abbonamento.
Inoltre, la gratuità dell'Hotpatching su Azure è vista come una mossa strategica per spingere ulteriormente le aziende verso il cloud. Per molte organizzazioni, però, la migrazione al cloud non è sempre un'opzione praticabile, sia per motivi normativi che operativi, rendendo il costo aggiuntivo per gli ambienti on-premise una barriera significativa. La strategia commerciale di Microsoft con Windows Server 2025 sembra chiaramente orientata a favorire la transizione verso Azure.