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Google Calendar: rimossi il mese del Pride e Black History Month

Google Calendar ha eliminato alcuni eventi di rilevanza culturale come il Pride Month e il Black History Month.
Google Calendar: rimossi il mese del Pride e Black History Month
Google Calendar ha eliminato alcuni eventi di rilevanza culturale come il Pride Month e il Black History Month.
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Google Calendar ha recentemente modificato la sua visualizzazione predefinita, eliminando eventi di rilevanza culturale come il Pride Month e il Black History Month. Questa scelta ha generato una forte reazione da parte degli utenti, che hanno accusato l’azienda di aver soppresso celebrazioni significative per molte comunità.

In precedenza, il servizio di calendario di Google non si limitava a mostrare le festività nazionali, ma includeva anche ricorrenze di carattere culturale e sociale, come il mese dell’orgoglio LGBTQ+, il Black History Month e la Giornata della Memoria. Tuttavia, la società ha deciso di escludere questi eventi dall’elenco predefinito, affermando che la gestione di un numero così elevato di celebrazioni internazionali non fosse più sostenibile.

Google ha spiegato che ora il sistema si basa esclusivamente sui dati forniti dal portale timeanddate.com per determinare quali festività visualizzare di default. Gli utenti che desiderano continuare a seguire eventi culturali o commemorativi possono comunque aggiungerli manualmente al proprio calendario.

Una decisione che ha suscitato molte polemiche

Nonostante questa possibilità, la decisione ha suscitato numerose polemiche. Molti utenti hanno espresso il loro disappunto, sostenendo che la rimozione di queste ricorrenze rappresenti una mancanza di attenzione verso la diversità e l’inclusione. Alcuni ritengono che l’azienda abbia ceduto a pressioni esterne, eliminando celebrazioni che hanno un profondo significato per milioni di persone in tutto il mondo.

La scelta di Google ha acceso un acceso dibattito sul ruolo delle grandi aziende tecnologiche nella promozione della diversità e del riconoscimento delle minoranze. Secondo molti critici, piattaforme così influenti dovrebbero assumersi la responsabilità di dare visibilità a eventi che promuovono l’uguaglianza e la memoria storica, invece di relegarli a un’opzione aggiuntiva.

Per ora, Google non ha annunciato alcuna intenzione di tornare sui propri passi, ma il malcontento degli utenti continua a crescere. Resta da vedere se l’azienda risponderà alle critiche apportando eventuali modifiche o se manterrà la sua attuale politica di visualizzazione limitata alle festività nazionali.

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