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Google e Adobe migliorano i font su Linux

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Uno dei più recenti contributi all´open source di Adobe arriva sotto forma di nuovi font rilasciati sotto licenza aperta. Proseguendo su questa scia, e assieme alla collaborazione di Google, ora Adobe sale di livello nello stack di rendering contribuendo al progetto FreeType, la libreria che si occupa del rendering dei caratteri in pressoché tutti i sistemi *nix liberi. Freetype ha tantissime funzionalità, ma in quanto a rendering presenta delle criticità rispetto a Windows o Mac OS, spesso a causa di algoritmi brevettati che impediscono alle distribuzioni di attivare di default le migliori caratteristiche.

Ora, grazie ad Adobe e Google, entra a far parte di FreeType un nuovo rasterizer, Adobe CFF (Compact Font Format). I caratteri disponibili sul sistema vengono spesso descritti in due formati: il popolare TrueType, e appunto CFF. Mentre il primo consiste in istruzioni dettagliate di disegno del font, il secondo si affida più pesantemente alla logica interna del rasterizer per effettuare il rendering. Uno dei vantaggi principali dei font CFF è la loro dimensione, estremamente ridotta rispetto ai file TTF. Il nuovo rasterizer contribuito da Adobe viene definito, dagli sviluppatori stessi di FreeType, "di gran lunga superiore" a quello attualmente disponibile. Al momento Adobe CFF Rasterizer è disabilitato di default, ma è in una fase di beta molto avanzata e pertanto gli utenti sono invitati a provarlo sui loro sistemi.

Gli ingegneri Google sostengono che "il testo prodotto dal nuovo Adobe CFF è nettamente più fedele alla tipografia originale del font in tutti gli aspetti: peso, posizionamento, spaziature, nitidezza e distribuzione". Potete osservare i miglioramenti negli screenshot pubblicati sui blog delle due aziende. Ovviamente i font CFF sono meno diffusi delle controparti in TrueType, ma l´entità di questo cambiamento sarà sempre più marcata man mano che la diffusione del nuovo formato prenderà piede su tutte le piattaforme, incluse quelle proprietarie.

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