Un grave scandalo di spionaggio ha scosso l'Italia, con diversi giornalisti e attivisti italiani vittime di un attacco hacker mirato attraverso WhatsApp. L'attacco ha coinvolto circa un centinaio di persone, tra cui figure di spicco del giornalismo e dell'attivismo, spingendo numerose testate giornalistiche italiane a presentare una denuncia formale alla Procura di Roma. L'obiettivo della denuncia è quello di fare chiarezza su chi abbia utilizzato il pericoloso spyware zero-click sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions.
Come riportato da Bloomberg, lo spyware è stato descritto come una "violazione inaccettabile" della privacy dei giornalisti, esponendoli, insieme alle loro fonti, a enormi rischi per la loro sicurezza personale e professionale.
Si sospetta che tale attacco violi le leggi italiane che proibiscono l'uso illecito di dispositivi per intercettazioni. Le vittime dell'attacco sono state avvertite in via privata da WhatsApp, che ha confermato che l'incidente si è verificato nel mese di dicembre, colpendo utenti in tutta Europa. Tra gli italiani coinvolti, si sono fatti avanti Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e gli attivisti Beppe Caccia e Luca Casarini, legati all'organizzazione Mediterranea Saving Humans.
Un attacco che parte da una serie di PDF dannosi
WhatsApp ha spiegato che l'attacco è stato perpetrato tramite l'invio di PDF dannosi in gruppi sulla piattaforma, sfruttando una vulnerabilità nei sistemi. L'azienda ha prontamente rilasciato una correzione per prevenire futuri attacchi. Il caso ha messo sotto pressione il governo italiano, che ha confermato che almeno sette telefoni italiani sono stati coinvolti nell'attacco e che l'Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza sta indagando sull'incidente. Il portavoce dell'agenzia, Arturo Di Corinto, ha confermato che le indagini sono in corso.
Nonostante le smentite da parte del governo italiano, che ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto nell'attacco, alcune speculazioni hanno alimentato il dibattito pubblico. Il ministro Luca Ciriani ha confermato che l'Italia aveva stipulato un contratto con Paragon per servizi di intelligence e sicurezza nazionale, ma ha assicurato che la legge è stata rispettata in tutto il processo.
Tuttavia, alcuni rapporti hanno rivelato che Paragon aveva due contratti in essere con l'Italia, utilizzando il suo software Graphite, che ha infettato i dispositivi delle vittime. Paragon Solutions, nota per la sua specializzazione in spyware, ha recentemente interrotto un contratto con l'Italia, ma il governo italiano continua a mantenere attivi gli accordi con la società, alimentando ulteriori interrogativi.