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Siti Web: troppo codice di terze parti e basse performance

Quali sono le cattive pratiche che oggi rallentano maggiormente i siti Web? Le indicazioni del Web Almanac 2022 di HTTP Archive
Siti Web: troppo codice di terze parti e basse performance
Quali sono le cattive pratiche che oggi rallentano maggiormente i siti Web? Le indicazioni del Web Almanac 2022 di HTTP Archive
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Secondo il Web Almanac 2022 di HTTP Archive le cattive pratiche nello sviluppo dei siti Web sarebbero ancora molto diffuse con conseguenze spesso importanti sia a danno della user experience che delle performance.

Per la realizzazione dello studio sono stati presi in considerazione 8 milioni di siti Internet avendo come riferimento il Chrome UX Report di Google che si limita ad analizzare i siti Web caratterizzati da un buon livello di popolarità. È comunque bene precisare che i dati utilizzati si riferiscono alle pagine che possono essere raggiunte dai crawler e sono quindi escluse quelle che costituiscono i back-end.

Librerie di terze parti e CMS

Tra le cattive pratiche più diffuse vi sarebbero ad esempio l'utilizzo di scripts di terze parti, l'impiego dell'API document.write (ormai deprecata) per i contenuti dinamici e l'uso di immagini in formati non ottimizzati dal punto di vista delle prestazioni.

Il report evidenzierebbe come ad oggi la maggior parte del codice utilizzato nei siti Web sia un prodotto di terze parti. In questa categoria rientrano le importazioni di script, le librerie e l'utilizzo sempre più diffuso dei CMS.

Quando si parla di CMS nella maggior parte dei casi si intende ovviamente WordPress. Le quote di mercato di alternative come Drupal e Joomla, già oggi molto risicate, sarebbero infatti in costante diminuzione, mentre WordPress avrebbe registrato una crescita dell'1.4% nel periodo considerato solo su mobile.

Attualmente i siti Web in fase di produzione basati su CMS sarebbero tra il 45 e il 47% sul totale, nel conteggiano rientrano però anche piattaforme come Squarespace e Wix, entrambe in crescita, che sono in realtà dei servizi per la creazione di siti Web.

WebAssembly: più hype che utilizzatori

Quando venne lanciata WebAssembly, tecnologia che consente di scrivere codice eseguibile per le pagine Web, si presentò come la soluzione che avrebbe permesso al codice dei siti Internet di performare come il codice macchina nativo.

Ma quanti siti Web utilizzano veramente WebAssembly? Secondo il report di HTTP Archive non si andrebbe oltre lo 0.06% per i siti Desktop e lo 0.04% per i siti Web mobile.

In diversi casi inoltre la rilevazione di WebAssembly dipenderebbe dall'uso del modulo Amazon IVS (Interactive Video Service) per l'ottimizzazione delle comunicazioni video. Sarebbe quindi rarissimo l'uso di WebAssembly nella realizzazione da zero di un sito Web.

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