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Perché i designer non prendono Android sul serio?

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Android, il sistema operativo mobile di Google e utilizzato da centinaia di produttori mondiali, è la piattaforma di punta per smartphone e tablet. Superato da tempo il market share di Apple con il suo iOS, il robottino verde domina - e probabilmente lo farà per il prossimo decennio - la gran parte degli ambiti di sviluppo. Eppure, nonostante questi dati, iOS continua ad accogliere un numero maggiore di sviluppatori e, a detta di molti, la qualità delle app per terminali Apple sarebbe nettamente migliore rispetto ai competitor. Cennydd Bowles, product designer per Twitter e articolista noto nel mondo dell'IT, si è voluto quindi chiedere perché i designer non prendano Android sul serio.

In un lungo intervento sul suo sito personale, con cui vengono descritti tutti i meriti di Android dalla diffusione sul mercato al sistema aperto, passando anche per la proliferazione dei device che il sistema operativo è stato in grado di stimolare, Bowles giunge a due motivazioni principali. O, meglio, in due ragioni spesso addotte dai developer, ma non sempre corrispondenti alla realtà:

  • "Android è difficile”: almeno a livello estetico, Android sommergerebbe lo sviluppatore di preoccupazioni. La frammentazione del sistema operativo è molto elevata, i device in circolazione troppi e troppo poco omogenei, le personalizzazioni della GUI fin troppo frequenti. Questo comporta non solo la necessità di fornire applicazioni che siano ottimizzate per le varie nicchie di design in circolazione, ma anche un insieme estetico poco coerente, proprio perché difficilmente universale. Eppure, secondo Bowles, la frammentazione non è necessariamente un ostacolo, bensì un elemento su cui lavorare per renderne il fattore di traino del robottino verde. Per assurdo, infatti, il design su Android è più difficile rispetto a iOS perché ha meno vincoli, quindi il developer si trova spiazzato senza punti di riferimento definiti. Eppure le tecniche non mancano - il layout fluido, l'indipendenza di risoluzione, la scalabilità vettoriale - e garantirebbero una libertà estetica, così come una qualità del design, nettamente superiore alla controparte di Cupertino. «Laziness», la pigrizia, la poca adattabilità mentale all'assenza di schemi predefiniti: sarebbe questa la vera ragione dello scarso impegno dei designer;
  • "Gli utenti si comportano differentemente”: rispetto a iOS, vi è la credenza che gli utenti Android siano più difficilmente "sfruttabili" sul piano economico. Sarebbero più legati alle applicazioni gratuite, più soggetti alla pirateria, meno inclini a spendere: insomma, su App Store si guadagnerebbe di più. Si tratta però di una concezione miope, perché i modelli economici digitali sono fluidi e non si basano sulla piattaforma, bensì sul valore. I 450 milioni di utenti mensili di WhatsApp sono ben felici di pagare il servizio, indipendentemente dal sistema operativo usato, perché percepiscono l'app sia importante per le loro vite. È un pregiudizio credere che gli utenti Android siano squattrinati, piuttosto questi consumatori spendono meno perché forse assaliti da app realizzate in modo opinabile - così come spiegato al punto precedente - e lecitamente non vogliono spendere per la bassa qualità. Gli sviluppatori che propongono applicazioni identiche per iOS e Android, con stesso stile grafico, stesse funzioni e stesso impegno, non rilevano infatti cali economici dalla distribuzione su Play Store, anzi. E, a ben vedere, nemmeno gli utenti iOS sono desiderosi di acquistare app mal sviluppate, che di certo su App Store non mancano. In questo caso, allora, il pregiudizio viene utilizzato come scusa abbordabile per giustificare la propria scarsa volontà di mettersi in gioco.

Fonte: CennyDD

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