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L'interpretabilità  dei testi

Non sempre ciò che scriviamo viene recepito come noi l’abbiamo concepito. L'importanza del controllare la comunicazione ricordando che lo stesso stimolo può portare a reazioni diverse in chi ascolta, anche in funzione della sua psiche.
Non sempre ciò che scriviamo viene recepito come noi l’abbiamo concepito. L'importanza del controllare la comunicazione ricordando che lo stesso stimolo può portare a reazioni diverse in chi ascolta, anche in funzione della sua psiche.
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Scrivendo "...e basta! Mi sono rotto di scrivere per HTML.IT!", come alcuni hanno supposto, avevo un preciso motivo, che non era certo sfogarmi (anche perché sono felicissimo di poter godere della compagnia di questa splendida comunità  (e non sto sviolinando).

Quello che mi serviva era mettere sotto gli occhi di tutti, in modo non contestabile, un esempio su cui fare alcune considerazioni. In realtà  non si trattava di un esperimento, ma di tre. Questo post affronta un tema, ne seguiranno poi altri due (almeno), che svilupperanno altri aspetti.

Qui parliamo dellÂ’interpretabilità  di cià che scriviamo, quando i lettori non sono due o tre. Stando su un palco che mette sotto la luce dei riflettori di seimila e passa lettori al giorno, quello che tu pensi e tenti di trasferire, non sempre è quello che arriva.

Se leggete attentamente i commenti, si notano varie interpretazione e relativi atteggiamenti di risposta. Vediamone assieme qualcuno. Facciamo prima un esame del testo.

Il testo è riferito a me stesso per non offendere nessuno. Avrei potuto scrivere le stesse cose di qualcun altro, ho usato me per creare una sorta tromba d'aria in cui catturare un po' di "emozioni", positive o negative che fossero.

Tutto quello che affermavo era volutamente esagerato. La mia intenzione era trasferire la chiara idea dello scherzo.

Ho scelto di andare contro ad Html.it per non avere problemi con nessuno. La Direzione di Html.it sa perfettamente che mi piace scrivere su Edit e su questo non può esservi dubbio. Lo ripeto, per il blog in sé e per voi che lo frequentate, da cui spessissimo imparo.

LÂ’idea dello scherzo da alcuni non è stata recepita, tanto che mi sono preso qualche velato insulto. Ci sta, ovviamente. In fondo, me la sono cercata. Perà questo dimostra che la mia idea di trasferire l'idea di scherzo non è riuscita al 100%.

In alcuni, la risposta emotiva è stata dettata dall'essere fidelizzati. Infatti conoscendomi, hanno compreso che cÂ’era sotto qualcosa. La comunicazione verso fidelizzati, quindi, deve essere pensata in modo diverso da quella che "spediamo" a utenti nuovi.

Pur riconoscendo lo scherzo, alcuni mi hanno rimproverato lÂ’uso di uno strumento pubblico a tal fine. Questo dimostra che una comunicazione, arrivata correttamente a destinazione, può stimolare emozioni diverse a seconda di chi legge. Scherzo per alcuni vuol dire simpatia, per altri significa inutile perdita di tempo. Lasciamo perdere chi ha ragione o torto. Non è questo il punto. Il punto è che nellÂ’iter Pensiero/Scrittura/Trasferimento/Lettura/Interpretazione/Risposta, conta anche e soprattutto la psiche di chi legge.

Anche nei commenti, notate come in alcuni si capisca chiaramente che scherzano a loro volta, mentre altri sono meno intepretabili. Quindi ne ricaviamo un'altra considerazione. Quando commentiamo sul blog di qualcun altro, facciamo sì che la comucazione sia completa, sia per la parte di messaggio sulle righe, sia per quella tra le righe. A volte si rischiano le risse solo per difetti di comunicazione. Fossimo stati al bar, finiva a tarallucci e vino, invece sul blog si scatena un flame.

Un paio dei commenti, entrano (non è chiaro se scherzosamente o no) in un ambito quasi sociale. Ne ricaviamo una considerazione importante. A volte cose che per noi possono sembrare banali o scherzose, per altri possono essere nodi vitali di un dubbio, di un problema, di una pulsione o di una visione diversa. Certi stimoli, quindi, vanno misurati, perché a volte senza volerlo si entra in sezioni critiche. A volte un riferimento innocente, può aprire un dibattito completamente fuori tema o carico di pathos (e non è detto che era quello che volevamo).

Mi fermo. A voi la parola.

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