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Debian: si discute sulla possibile inclusione di Firmware non open source

Debian: gli sviluppatori della distribuzione universale stanno discutendo se adottare firmware non libero all'interno dei file ISO per l'installazione
Debian: si discute sulla possibile inclusione di Firmware non open source
Debian: gli sviluppatori della distribuzione universale stanno discutendo se adottare firmware non libero all'interno dei file ISO per l'installazione
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Il team di coder di Debian, conosciuta anche la "distribuzione universale", in questi giorni ha avviato una discussione interna sulla possibilità di includere firmware non open source all'interno del file ISO del sistema. In rete è infatti possibile reperire numerose distribuzioni Linux che includono una certa quantità di blob-binario proprietario all'interno delle rispettive build. Tale approccio viene scelto per assicurare il supporto ad una moltitudine di hardware in commercio che per scelta degli stessi produttori non dispone di un relativo firmware open source. Debian, per motivazioni etiche derivate dal codice morale adottato dalla community, invece non fa nulla di tutto ciò, costringendo quindi gli utenti ad installare manualmente i driver, presenti nei repostiory, per le rispettive periferiche non dotate di firmware open source.

Si tratta dunque di uno step aggiuntivo non più presente in moltissime distribuzioni del panorama Linux. Ecco perché durante la DebConf 22 conference, una conferenza annuale dedicata appunto ai developer del team Debian, lo sviluppatori software Steve McIntyre, ex Debian project leader, ha avviamo una discussione sulla possibilità di includere di default firmware non libero nel file ISO del progetto.

Non è la prima volta che all'interno della community si accede tale discussione. Sono anni infatti che questa proposta, in diverse forme, gira e viene poi successivamente rigettata dalla maggioranza dei developer. Questo perché di fatto tale scelte andrebbe a snaturare la natura del progetto Debian, che si basa appunto sul software libero.

I benefici però non sarebbero indifferenti. Già oggi infatti il progetto offre dei file ISO che includono software non-free e che sono molto gettonati. Dunque l'adozione di tale approccio come "standard" eviterebbe di dispendere le forze del team nella manutenzione di due immagini di sistema separate. Inoltre sarebbe anche possibile adottare un approccio simile ad Ubuntu, ovvero con un prompt iniziale che chiede all'utente se installare anche il firmware non-free prima della configurazione iniziale.

Le voci contrarie però sono ancora parecchie ed è probabile che tali discorsi si protrarranno fino al rilascio di Debian 12.

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