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Cosa ne facciamo dei contenuti datati?

Contenuti vecchi possono danneggiare l'immagine del sito.
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Nell'ultimo numero della sua newsletter Gerry McGovern si sofferma sulla 'schiavitù dall'hit' che a suo dire fa ancora tante vittime tra chi pubblica contenuti sul web. Potremmo far partire una dotta disquisizione sulla frase che apre l'intervento, tentando di sviscerarne le implicazioni più recondite: "Oggi, un numero crescente di page impression può significare che un sito web sta fallendo nei suoi obiettivi piuttosto che avere successo".

Ma non è questo che mi ha colpito. Più avanti McGovern pone una questione interessante e su cui secondo me vale la pena soffermarsi.

àˆ fatale che nel corso degli anni su un sito si accumuli materiale di ogni sorta. Buona parte di questo materiale è però destinato all'obsolescenza, per i motivi più svariati. Cosa farne? McGovern suggerisce implicitamente che va eliminato senza remore quando racconta dei suoi colloqui con gente terrorizzata da questo passo per il timore di essere penalizzati da Google o di perdere qualche manciata di hits.

L'analisi è applicata soprattutto a siti aziendali: a parte il fatto che il nostro è consulente, tra gli altri, di Ikea, Pioneer e Tetra Pak, va notato come citi esplicitamente come elementi negativi la presenza tra le pagine di prodotti non più in vendita, di riferimenti ad analisi e documenti non validi e datati, etc.

In effetti, per fare un esempio, riguardo ad un blog o ad una newsletter come quella di McGovern, il discorso non si pone nemmeno. Anzi, il viaggio a ritroso negli archivi può anche essere piacevole e interessante. Ma per altre tipologie di siti tutto cambia. Avete mai dovuto lottare con clienti o interlocutori restii a fare piazza pulita dei contenuti obsoleti?

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