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Android in Linux con Anbox

Anbox consente di eseguire applicazioni Android all'interno di un sistema operativo GNU/Linux senza la necessità di utilizzare un emulatore
Android in Linux con Anbox
Anbox consente di eseguire applicazioni Android all'interno di un sistema operativo GNU/Linux senza la necessità di utilizzare un emulatore
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Android in a box, o più semplicemente "Anbox", è una soluzione completa per eseguire applicazioni Android all'interno di un sistema operativo GNU/Linux. Il progetto prevede l'inserimento di un'istanza del Robottino Verde all'interno di un container nonché l'astrazione dell'accesso all'hardware e l'integrazione dei servizi core di sistema nella piattaforma Linux ospitante. Tutte le applicazioni saranno integrate in quest'ultimo come una qualsiasi altra soluzione nativa.

Anbox non è un emulatore

Il codice di Anbox è totalmente Open Source ed è disponibile sotto licenza Apache e GPLv3, quando è operativo determina l'esecuzione di un'installazione completa di Android consentendo (almeno in teoria) il funzionamento di una qualsiasi applicazione per quest'ultimo. In ogni caso, grazie alla scelta di utilizzare tecnologie standard come LXC (Linux Containers) per la separazione tra Android e Host, le applicazioni non avranno mai un accesso diretto all'hardware e ai dati e ciò dovrebbe garantire un livello di sicurezza sufficientemente elevato.

A differenziare Anbox da progetti come Shashlik o Genimobile è il fatto che esso non sfrutta l'emulazione per eseguire un ambiente basato su Android. L'uso di un emulatore genera un sistema emulato che fa riferimento al proprio kernel mentre Anbox esegue Android sotto lo stesso kernel del sistema ospitante, questo garantisce un maggior livello di integrazione senza dover sfruttare sistemi di emulazione e virtualizzazione come QEMU.

Applicazioni Android e compatibilità

Come anticipato, in linea generale qualsiasi applicazione Android dovrebbe essere eseguibile tramite Anbox. Sono però possibili delle eccezioni, se per esempio il funzionamento di un'applicazione dipende da una determinata funzionalità dell'hardware come il WiFi o il Bluetooth sarà necessario effettuare un bridging specifico per garantirne l'esecuzione.

Nello stesso modo è necessario tenere presente che Anbox sfrutta la modalità Free-Form introdotta con Android 7 per i sistemi multi-window che consentono di eseguire applicazioni in finestre ridimensionabili, questo significa che l'applicazione utilizzata dovrà essere compatibile con essa per funzionare correttamente.

Per quanto riguarda invece il Google Play Store, tecnicamente la sua installazione non dovrebbe presentare alcuna controindicazione, Mountain View però non consente di portare le proprie applicazioni su device non certificati o di produttori che non hanno siglato appositi accordi con l'azienda.

Anbox, che viene distribuito sotto forma di snap (per il momento non sono disponibili alternative basate, ad esempio, su Flatpak), non richiede una specifica immagine di Android per ciascun device.

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