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Consigli per un buon logo aziendale

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Si parla spesso di web design, di tecniche per catturare l'attenzione dell'utente, di metodologie per catalizzare la presenza degli utenti sul proprio sito Web. Poco si parla, però, dell'importanza del logo, il marchio di fabbrica della propria società, il simbolo che rimane più impresso nella mente dei clienti. Quali sono le regole di base per crearne uno efficace?

A rispondere a questa domanda ci ha pensato Joshua Johnson, un designer di DesignHack, il quale ha stilato una lista di norme da rispettare qualora ci si trovi a progettare un nuovo logo. Eccone alcune:

  • Doppio: una delle tendenze più recenti del design è quella del doppio, ovvero di sovrapporre in modo creativo due icone con significati differenti, per esprimere la differenziazione dei propri servizi. È il caso, ad esempio, di Wine Place: un bicchiere di vino che funge anche da pin per rimandare il concetto di località su una mappa;
  • Colori: i colori dovrebbero sempre rispettare gli abbinamenti consigliati della palette e, non ultimo, il logo dovrebbe ben figurare anche in bianco e nero, per le stampe o le confezioni;
  • Cliché: le consuetudini di design vanno evitate, anche se di moda. Vi sono in circolazione fin troppi loghi dalle sembianze simili, tanto che il consumatore rischia di confondersi tra un brand e l'altro. Una delle più abusate è quella della disposizione di lettere maiuscole - l'acronimo della propria azienda - a croce, oppure l'orientamento ad arco sulla circonferenza interna di un cerchio;
  • Proprietà: un logo dovrebbe essere unico, dovrebbe indicare la proprietà a un singolo brand e non mescolarsi con altri. Per questo la fase di concept è la più complicata di tutte, perché bisogna trovare qualcosa che sia irripetibile e univoco. È il caso del logo di Evernote, quell'elefantino che rimanda automaticamente all'azienda, senza alcun dubbio;
  • Font proprietari: usare i font già disponibili nei software di design, o in Rete, è uno dei più gravi errori per la stesura di un logo, perché si rischia che un'altra società - magari un concorrente diretto - abbia la stessa idea e ricorra allo stesso stile tipografico. Utilizzando font proprietari, ovvero elaborati appositamente per canalizzare l'essenza della propria società, ci si distingue dalla massa;
  • Semplicità: più un logo è semplice e immediato, maggiori sono le chances che venga ricordato dal pubblico. Si pensi alla mela morsicata di Apple o al baffo di Nike: icone visivamente semplici, prive di fronzoli, ma tanto universali quanto identitarie;
  • Proporzioni e simmetria: più un logo è equilibrato, più presenta simmetria fra le sue parti, maggiori sono le possibilità che il cervello del pubblico lo memorizzi. Per questo è utile iscrivere la propria icona nelle regole della sezione aurea, così come avviene sempre per il logo di Apple;
  • Spazio negativo: quando si disegna un logo, bisogna considerare anche cosa comunicherà lo spazio negativo, ovvero lo sfondo o le parti bianche non coperte dalla grafica. Nell'icona di FedEx, importante corriere a stelle e strisce, è nascosta una freccia tra la "e" e la "x", proprio a indicare i significati di trasporto e consegna insiti nelle attività di un corriere espresso;
  • Movimento: può essere utile rendere un logo "attivo", ovvero tramandare un senso di movimento all'osservatore. È quel che succede con l'uccellino cinguettante di Twitter: le ali paiono muoversi e, a livello di significati, rimanda alla velocità della comunicazione tipica del microblogging;
  • Significati: prima di approvare il design definitivo, si impieghi del tempo per analizzare tutti i significati, anche quelli non voluti, che potrebbero emergere dall'icona. Non è consigliabile, infatti, che i clienti percepiscano l'esatto opposto di quel che l'azienda vuole davvero comunicare.

Fonte: DesignHack

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