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Web browser, ad-block e tracking prevention

Web browser, ad-block e tracking prevention
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Negli anni i vari browser web hanno adottato varie "contromisure" contro i banner pubblicitari troppo invasivi e i sistemi di tracciamento adottati dai siti web. Questo in un ottica di miglioramento della sicurezza e della privacy in Rete. Tra i vendor, Google ha per esempio formato un consorzio con varie aziende pubblicitarie chiamato CBA (Coalition for Better Ads), andando a creare nuove linee guida per le pubblicità online.

Dal 2018 Chrome andrà a bloccare tutte quelle pubblicità che non saranno conformi a questi nuovi standard (chiamati Better Ads Standard) andando a scoraggiare l'uso di programmi di ad-block non nativi e obbligando i progetti web ad auto-finanziarsi senza essere invasivi. Verranno bloccati ad esempio i pop-up, i video in auto-riproduzione e i banner che oscurano un'intera pagina.

chrome

Tuttavia i CBA non includono nessuna linea guida per quanto riguarda i sistemi di tracciamento dei siti web, dando di fatto "carta bianca" ad una forma di invasione delle privacy che colpisce praticamente tutti gli utenti. Diversi utilizzatori installano infatti un sistema di ad-block non tanto per bloccare i banner pubblicitari, ma per evitare i sistemi di tracking automatici dei siti Internet.

Apple ha invece deciso di puntare proprio su questo versante, inserendo dentro Safari un sistema chiamato intelligent tracking prevention. Questa nuova funzionalità sfrutta un algoritmo di machine learning che andrà ad analizzare il tracciamento operato dai siti web incrociando tali dati con le abitudini dell'utente. Verranno bloccate di conseguenza soltanto le pagine che effettuato un tracciamento troppo invasivo.

Safari_logo_logotype

Se da un lato Google è andata a regolare il settore dell'advertising online proponendo uno standard studiato per evitare di disturbare l'utente, Apple ha puntato maggiormente sulla concetto di privacy in Rete, andando a creare un sistema di anti-tracking intelligente.

L'ideale per i due browser sarebbe implementare entrambi i sistemi. Da un lato si permetterebbe ai servizi web di prosperare con il minimo fastidio per l'utenza e senza la necessità di creare servizi in abbonamento, nel contempo si offrirebbe un sistema contro l'eccessiva intrusione nella privacy degli utenti che non sarebbe più soggetti ai sistemi di tracking dei siti web.

Via EFF

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