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Twitter API 1.1: aggiornamento obbligatorio per i client

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La Twitter API 1.0 è stata ufficialmente dismessa; alla fine dello scorso anno gli sviluppatori del noto network per il microblogging sociale avevano previsto un periodo della lunghezza di circa un semestre per l'aggiornamento alla versione successiva, inizialmente la scadenza era stata fissata per il 7 maggio 2013 per poi essere rimandata alla metà  di giugno. Ora però la fine del ciclo di vita di questa interfaccia non subirà  ulteriori rinvii.

Un eventuale utilizzo della release non più supportata nelle proprie Web applications, porterà  alla restituzione di una notifica attraverso la quale verrà  segnalato che la Twitter REST API 1.0 non è più attiva, lo sviluppatore dovrà  quindi effettuare quanto prima un aggiornamento alla versione 1.1 ampiamente documentata nella sezione "Dev" del progetto.

Sostanzialmente l'API 1.1 funziona soltanto attraverso SSL, supporta unicamente JSON come formato per l'interscambio (escludendo di fatto XML, RSS e ATOM) e vincola l'autenticazione di tutte le richieste a OAuth; l'ultimo punto è probabilmente quello in grado di generare maggiori perplessità , esso però non è stato concepito per limitare l'accesso ai contenuti ma per rendere disponibile i dati puri soltanto alle applicazioni autenticate.

Da ricordare anche che già  da tempo le precedenti Display Guidelines sono state aggiornate diventando Display Requirements, attraverso questi requisiti sono state stabilite delle regole per il rendering dei tweets o della timeline nei contesti Web e mobile, questo perché come spiegano gli stessi sviluppatori della API:

Today's Tweets are rich living conversations: a user can give feedback to the author, participate in the conversation, and spread the word. For that to happen, Tweets must be shown in a way that meets the user's expectation - whether on a mobile phone, on a web site, in a desktop application, or anywhere else.

L'idea è che Twitter desideri incentivare in modo sempre più netto l'utilizzo di widgets ufficiali in luogo di Apps sulle quale potrebbe non avere il completo controllo; ma considerando il ruolo fondamentale delle applicazioni nella crescita del social network, tale politica potrebbe risultare alla lunga poco efficiente anche dal punto di vista della monetizzazione.

Via: SitePoint

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