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Standard de facto vs. standard W3C: il caso WebKit

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Daniel Glazman, programmatore transalpino co-chairman del CSS Working Group a cui si deve l'editor Nvu, ha recentemente lanciato un appello contro il diffondersi di siti Web "works-only-in-WebKit", un fenomeno che starebbe creando un vero e proprio standard de facto, nonché una sorta di nuovo monopolio, ai danni dell'opera di standardizzazione promossa dallo stesso CWG e dal W3C.

Come è noto infatti, WebKit, l'engine alla bae di Chrome e Safari, ha permesso da tempo l'inclusione di alcune features CSS al di fuori degli standard, per questo motivo ad esse è stato associato il prefisso "-webkit"; il CSS Working Group avrebbe forse sottovalutato la capacità  di diffusione di tali proprietà  che oggi sono largamente utilizzare per la realizzazione di mobile Web sites, il risultato sarebbe stato un forte rischio di rendere vano qualsisi processo di standardizzazione.

In questo senso Daniel Glazman sarebbe arrivato a considerare WebKit peggiore rispetto a Internet Explorer 6 per il suo effetto negativo sul progresso degli standard per Internet; non tutti però concordano con questa lettura dei fatti, per altri la responsabilità  di tale fenomeno sarebbe da addebitarsi proprio al CWG e dal W3C, considerati come dei veri e propri "carrozzoni" in preda a lungaggini politiche e burocratiche.

Da questo punto di vista sarebbe illuminante l'esempio di HTML5 per il quale sarebbero stati necessari ben 6 anni per raggiungere lo stato di "standard recommendation" e bisognerà  aspettare fino al 2014 per le specifiche ufficiali. E' veramente possibile chiedere agli sviluppatori di attendere per così tanto tempo prima di poter adottare una nuova tecnologia? Evidentemente no, infatti l'utilizzo di HTML5 è già  largamente diffuso.

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