Anche quest'anno si è tenuto il Search Marketing Expo a Milano (SMX Milano), conferenza con ospiti internazionali con l'intento di parlare a chiunque sia nel settore del Digital, per raccontare le novità e le strade che si stanno prendendo in un quadro in costante evoluzione.Oltre ad essere un congresso, SMX è ritenuto anche un momento di "aggiornamento", di formazione: esperti del settore (e delle più note aziende) tentano di stabilire punti di riferimento nel mutevole contesto costellato di Search Marketing, Social Media, Mobile, Content Marketing, Visual Storytelling, Web Analytics, Customer Experience.
Maile Ohye (Senior Developer Google) e Johannes Müller (Webmaster Trends Analyst, per Google), ad esempio, ricevono una accoglienza da "Rockstar" e raccontano quelli che sono i trend attuali ed ipotizzare quelli futuri nel Digital professionale e non.
“Come marketer rischiamo di essere obsoleti”.
Se pensiamo solo a conversioni a breve termine.
(cit. @maileohye)
#smxmilan
— Shonel G. (@shonel_g) 12 Novembre 2015
Il mondo digitale è così dinamico che le società in cui solo i capi decidono risultano penalizzate. #smxmilan pic.twitter.com/RVPJaOkO98
— GO Digital (@godigitalit) 12 Novembre 2015
I workshop sono stati suddivisi in 3 macro-aree (SEO-SEA-SMM il primo giorno e SEO-Digital Mobile-SMM il secondo) e il programma è stato ricco di interventi. Personalmente ho seguito la parte di SMM, per interesse personale e per aggiornamento professionale (in quanto docente di SMM per HTML.IT, che era partner dell'evento). Tenevo comunque d'occhio anche gli speech delle altre aree tematiche grazie al live twitting dei partecipanti sull'hashtag #smxmilan, dove troviamo ancora spunti e nozioni "snocciolate" nelle conferenze.
Nelle sessioni dedicate all'SMM si è parlato di viralità; cosa si intende per "virale" oggi? Come creare contenuti virali? Chi ne è il destinatario? Calibri del rango di Paxton Gray e Paola Liberace hanno chiaramente detto che “virale” è tutt'altro che facile, anzi, ci sono errori fin troppo comuni da fare di cui non ci si accorge.
Se il nostro scopo è di creare qualcosa di virale, stiamo già sbagliando.
(cit. @paxtonmgray)
#smxmilan #smx #smm
— Shonel G. (@shonel_g) 12 Novembre 2015
Pensare a contenuti virali è come un ragazzo sfigato che vuol fare il figo! Non ci riuscirà mai #smxmilan pic.twitter.com/dOsSoVSVYN
— Web In Fermento (@WebInFermento) 12 Novembre 2015
Gray, in una efficace provocazione, suggerisce di “Non ascoltare il Boss” quando ci chiede di creare "qualcosa di virale". Questo non solo per sottrarci alla frustrazione dovuta al fatto che la viralità non è possibile crearla (del tutto) a tavolino, ma anche per sottolineare che virale non è quello che il Boss vuole, ma quello che vuole il pubblico!
Per sapere cosa vuole il pubblico, possiamo tenerci aggiornati con Twitter o Reddit ad esempio, possiamo guardare ai trending topics. In definitiva, chiedere di creare un contenuto virale è sbagliato in partenza, bisogna tentare di creare qualcosa che alla gente piaccia, qualcosa che il pubblico voglia, poi si farà strada da sé.
Attenzione però a cogliere la differenza tra Viral e Spreadable!
La differenza tra contenuti #Viral e contenuti #Spreadable.
I secondi sono contenuti “scelti” dal pubblico per la diffusione.
#smxmilan #smx
— Shonel G. (@shonel_g) 12 Novembre 2015
Ce la racconta Paola Liberace di Telecom Italia, che illustra anche come sfruttare l'ADV nel Viral Marketing, o per meglio dire il Viral ADV. Ecco le caratteristiche di base del ViralADV:
- Unpaid
- P2P
- Provocatori
- da uno sponsor identificabile
- usa internet
- persuade l'audience
Il concetto semplice ma fondamentale, la spesso disattesa legge del virale, sostiene la Liberace, è:
Non è il numero di visualizzazioni ma il numero di condivisioni la vera Viralità.
(cit. @pliberace)
#smxmilan #smx #smm
— Shonel G. (@shonel_g) 12 Novembre 2015
Caldi anche i temi legati all'ADV. Facebook ha spiegato come funzionano sue piattaforme di advertising, soprattutto in chiave Mobile e/o per pubblicizzare delle app mobile sul social di Zuckerberg. Ma Facebook non è solo ADV. Andrea Lai (Sales Manager di Facebook), in uno scambio con noi, ha voluto sottolineare:
“#Facebook non è una piattaforma di CRM ma può aiutare a fare un buon CRM“ dice Andrea Lai, intervistato a #smxmilan pic.twitter.com/AXhT0gaNZ7
— Shonel G. (@shonel_g) 13 Novembre 2015
L'internazionalità di SMX ci aiuta anche fornendoci il punto di vista "digital" al di fuori dai confini nazionali, non sempre in contraddizione con quello italiano. Ad esempio è emerso che «il "cuore" dell' e-commerce è ancora legato ai punti vendita fisici per più del 90%. Tanto negli USA quanto in Italia»
Infine Rachele Zinzocchi, Digital Strategist di H3G suggerisce che si possono gestire “Fail” e crisi sui Social e addirittura trasformarle in un “Win”, case history noti alla mano (come quello di KLM). Ma la forse cosa più importante da cogliere del suo discorso , forse da scolpire nella mente di chi sceglie di operare in questo settore, è che:
«Per affrontare un Fail nel SocialMedia è obbligatorio intensificare l'Ascolto ed il confronto interno»
L'idea dell'ascolto è ricorrente, si potrebbe dire che è stata la tematica fondamentale di entrambe le giornate di SMX, e non solo in ambito SMM ma anche negli altri ambiti, come anche il Mobile:
Continua a venire fuori dal #smxmilan, sin da ieri, che bisogna mettersi nei panni dell’utente finale quando si creano contenuti online
#smx
— Shonel G. (@shonel_g) 13 Novembre 2015