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IV censimento dei game developer italiani

Il IV censimento dei game developer italiani fotografa una realtà con grandi potenzialità di crescita ma limitata dalla scarsità di investimenti e da normative datate.
IV censimento dei game developer italiani
Il IV censimento dei game developer italiani fotografa una realtà con grandi potenzialità di crescita ma limitata dalla scarsità di investimenti e da normative datate.
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Abbiamo parlato spesso di quanto l'industria videoludica sia diventata rilevante negli ultimi decenni. Anche il mercato italiano ha saputo farsi strada in questo settore e sono diversi i team che hanno dato ai videogiocatori dei titoli degni di nota.

GID 2019

Qualche giorno fa si è tenuto a Roma il Games Industry Day dove AESVI, l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, ha presentato il quarto Censimento dei Game Developer Italiani. La rilevazione è stata commissionata a un gruppo di lavoro di CRIET, il Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio dell’Università Milano-Bicocca, ed è stata effettuata con l’obiettivo di monitorare lo stato dell’industria dei videogiochi rispetto alle indagini precedenti che si erano tenute nel 2011, nel 2014 e nel 2016.

Al censimento, realizzato attraverso la somministrazione di un questionario diretto a soggetti con responsabilità gestionali all'interno delle imprese e a singoli liberi professionisti, hanno risposto 127 studi di sviluppo da tutta Italia.

Da tale indagine sono emersi diversi dati interessanti. Si può notare infatti che l'industria videoludica italiana è ancora in fase di consolidamento. ma offre ottime opportunità lavorative anche per gli sviluppatori più giovani. Rispetto al 2016 c'è stato un incremento degli addetti ai lavori del 10% e quasi il 47% delle aziende conta un team tra i 3 e i 10 membri.

Altro dato interessante riguarda la formazione universitaria, nell'industria videoludica italiana oltre la metà degli operatori, il 58%, ha seguito una formazione accademica e due su tre ha anche una laurea specialistica. Dai dati emerge anche che la principale forma societaria è la SRL (61%) mentre per quanto riguarda il fatturato solo 5 studi dichiarano di superare i 2 milioni di euro e solo l'11% supera i 500.000 euro.

Gran parte degli studi infatti (il 66%) non supera i 100.000 euro di fatturato.

Uno dei fattori che hanno impattato maggiormente sullo sviluppo di questo settore in Italia è la scarsità di fondi che le aziende hanno a disposizione, derivato anche dalla poca fiducia che hanno gli investitori a finanziare imprese del genere. Si registra anche una particolare difficoltà nel reperire personale qualificato sul mercato del lavoro nazionale. Senza contare che attualmente il mercato videoludico è dominato da attori molto potenti, in termini mediatici e finanziari, che spesso occupano una posizione dominante a danno delle realtà locali.

Altri fattori che limitano lo sviluppo sono identificati nella mancanza di una cultura commerciale e da un sistema fiscale e normativo non adeguato alla crescita imprenditoriale del gaming.

Per permettere la crescita dell’industria dei videogiochi in Italia sono state anche individuate diverse linee di intervento. La prima riguarda la definizione di programmi strutturali di sostegno alla produzione di videogiochi. L’industria potrebbe beneficiare notevolmente di un piano di incentivi che preveda non soltanto sgravi fiscali, ma anche contributi per le aziende che operano nel campo dell’entertainment digitale e nell'ambito dello sviluppo tecnologico.

La seconda linea di intervento riguarda lo sviluppo di programmi e incentivi volti ad attrarre capitali provenienti dai big player del settore e dagli investitori internazionali.

Un terzo intervento riguarda la creazione di poli d’eccellenza sul territorio e la realizzazione di un “ecosistema italiano” che permetta di condividere infrastrutture, competenze, conoscenze e know-how tra i vari operatori e le imprese nazionali. Quest'ultimo elemento favorirebbe l’attrazione di imprese che operano in ambiti limitrofi e potrebbe concorrere allo sviluppo dell’economia.

La quarta linea di sviluppo riguarda la formazione degli operatori del settore. Per poter continuare il percorso di crescita degli studi di sviluppo, attrarre l’interesse di investitori e competere con le principali realtà internazionali, appare opportuno progettare e attuare piani di formazione che consentano di diffondere le conoscenze imprenditoriali legate alla gestione d’impresa, al marketing e alla comunicazione.

Via AESVI

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