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Il W3C accelera sul DRM

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Nel corso dell'ultimo fine settimana il W3C (World Wide Web Consortium) ha reso disponibile la prima bozza pubblica relativa all'EME (Encrypted Media Extensions), cioè l'estensione pensata per consentire ai fornitori di contenuti di utilizzare interfacce per il DRM (Digital Rights Management) all'interno dei player multimediali basati su HTML5

Ad oggi la bozza riguardante l'EME non conterrebbe alcun riferimento specifico ad un algoritmo per la criptazione, l'estensione è stata infatti implementata da alcuni grandi vendor, tra cui Google, Netflix e la Casa di Redmond, con l'obiettivo di far parte di un modulo per la decriptazione che permetta di rendere i contenuti accessibili; tale modulo, detto CDM (Content Decryption Module) potrebbe essere fornito come componente di un browser o sotto forma di plugin.

L'iniziativa del W3C non avrebbe mancato di suscitare alcune perplessità , evidentemente ci si aspettava che il consorzio approfondisse maggiormente l'argomento, magari con un maggior coinvolgimento degli sviluppatori, prima di passare alla pubblicazione di una draft; probabilmente però l'intenzione del W3C è quella di rendere disponibile una standardizzazione delle tecnologie per il DRM prima che i vendor intervengano con soluzioni proprie:

A situation where premium content is relegated to applications inaccessible to the Open Web or completely locked down devices would be far worse for all.

da questo punto di vista l'obiettivo sembrerebbe essere quello di evitare la frammentazione.

Così, mentre la Free Software Foundation prosegue nella sua (più o meno ascoltata) campagna di sensibilizzazione e opposizione per non riportare sul Web dinamiche commerciali hollywoodiane, gli sviluppatori di Netflix sarebbe già  da tempo al lavoro su un player HTML5 che supporti l'intergrazione di EME; nello stesso modo, in quel di Mountain View, quest'ultimo farebbe già  parte dei progetti Chrome e Chrome OS.

Via: W3C Blog

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