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Il mio computer respira

La rete ha dato vita al computer perchè quando si connette vive, respira, agisce e reagisce. Senza la rete il pc è freddo, statico. Morto.
La rete ha dato vita al computer perchè quando si connette vive, respira, agisce e reagisce. Senza la rete il pc è freddo, statico. Morto.
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Questo post è esclusivamente dedicato a chi riuscirà  ad interpretarlo senza pensare che il sottoscritto sia giunto all'ultimo stadio di una grave sofferenza psichica.

Anni fa non avevo la fortuna di avere un computer. L'avevano però alcuni amici e per me, quando andavo a casa loro, ogni "dir c:" era una magia. Un giorno ebbi il mio primo piccolo computer, ma era pressoché un giocattolo. Il giorno in cui approdai ad una macchina vera ne esaurii subito le potenzialità . Ma il miracolo fu quando mi collegai per la prima volta a Internet.

Era l'inizio di una lunga era a 56k. Quando il modem non era collegato, però, avevo l'impressione che il computer fosse morto. Si, esatto: statico, fermo, immutabile, non offriva nulla di più. Online, invece, il computer respirava, rispondeva, cercava, pullulava di vita. Chat, instant messenger, forum, Altavista a manetta, ogni secondo era una scoperta. Il multiplayer fu una rivelazione. Ma quando si spegneva il modem tutto tornava grigio, freddo, fermo. Morto.

Da breve ho la banda larga. Una volta acceso il computer, immediatamente respira. Non mi è neppure più ipotizzabile l'uso del pc senza connessione, ormai è un controsenso: il pc è la rete. Oggi il mio computer respira, parla, seleziona, propone, è vivo. Appena disponibile ho installato il Dreamscene di Vista che mi rende il desktop un qualcosa di fluido sempre in movimento: inconsciamente penso sia una scelta dettata dal voler vedere il pc muoversi, per confermarmi che c'è vita lì dentro. Siamo animali, ricordiamolo, l'inconscio non possiamo cancellarlo: accettiamolo.

Inconsciamente penso sia una cosa innegabile: vogliamo dare vita al computer, vogliamo che interagisca, vogliamo che sia un'estensione viva del nostro corpo, vogliamo che come un figlio impari e agisca. Ogni volta che lo accendiamo, è un piccolo simbolico parto: vogliamo che respiri. L'abitudine ci fa dimenticare tutto questo, ma io me la ricordo ancora quella prima volta che il modem smise di gracchiare e la connessione fu attiva: vissi la cosa come un piccolo miracolo.

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