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Desktop e metafore varie

Riflessioni sull'utilizzo del desktop come strumento di produttività personale.
Riflessioni sull'utilizzo del desktop come strumento di produttività personale.
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Stimolato dalla lettura di cose come i Desktop in mostra sul blog di Giovy, di post sull'ottimizzazione del desktop come questo di Lifehacker, di appuntamenti settimanali come la rubrica Desktops of the weeks su TUAW Blog, ragionavo tra il serio e il faceto su alcune cose.

La prima: se il desktop è una metafora della scrivania reale, un desktop strapieno di icone e un po' disordinato è lo specchio dello stato della scrivania su cui in genere lavoriamo? Nel mio caso sì, anche se al contrario: scrivania sgombra, desktop pulitissimo, con le sole icone dei dischi a occupare l'angolo superiore destro.

La seconda: come si sarà  capito, non uso il desktop come supporto alle attività  che svolgo al computer, come uno strumento di produttività  personale se preferite. Niente calendari, niente widget, niente barre, niente post-it, niente robe come cheat sheet CSS in bella mostra (le ho viste, le ho viste...), etc. L'unico tip in termini di produttività  che a volte adotto consiste nel lasciarci sopra un documento relativo a qualcosa sui cui sto lavorando a mo' di memorandum (nel vuoto assoluto che lo circonda spicca, per cui funziona).

Non che non usi certi widget e che non li trovi utili, anzi. àˆ che sul Mac posso contare sull'uso della Dashboard combinato con quello di Exposé. Il dizionario, il traduttore, il GMail Notifier, il calendario, stanno dietro le quinte, nascosti, senza distrarmi, pronti per l'uso e attivati dal semplice spostamento del mouse nell'angolo sinistro del desktop. C'è un'efficacissima osservazione di Riccardo Cambiassi tratta dal blog di Massimo Mantellini che vorrei riportare perché sintetizza bene quanto sto cercando di dire:

Concordo con chi dice che dashboard è in qualche modo imparentato col concetto di desktop virtuali (che mi chiedo perché Apple si sia sempre rifiutata di implementare nativamente, ma va beh). Allo stesso tempo rappresenta anche un cambio di paradigma. I tipi di applicazioni sono diversi, le funzioni specifiche, insomma cognitivamente parlando è come se attivando il dashboard spostassimo l'attenzione verso la scrivania (quella fisica), dove alloggiano l'orologio, la rubrica, la cornice con la foto delle vacanze, ecc. Sospendi un flusso (tipicamente quello lavorativo) per acquisire un informazione contingente (che ore sono? è arrivata quella mail?) o motivazionale (perché devo lavorare? ah sì, per andare in vacanza in posti come questo) e poi riprendi il flusso principale.

Terza riflessione (e qui si fa il gran passo negli oscuri territori della psiche :-) ): perché preferisco come sfondo foto o illustrazioni con tonalità  prevalenti che vanno dal blue all'azzurro?

Avete suggerimenti, trucchi, segnalazioni di particolari programmi per convincermi ad abbandonare la via del desktop pulito?

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