L'app DeepSeek e la chat web sono state parzialmente ripristinate dopo un'interruzione di più giorni. La notizia è stata riportata dalla stessa azienda sulla sua pagina ufficiale. Mentre gli utenti possono ora interagire di nuovo liberamente con i modelli V3 e DeepThink (R1), la ricerca web rimane disabilitata per il momento. Dopo essere esplosa in popolarità nel fine settimana, DeepSeek ha affermato che il suo servizio di chat è stato oggetto di un attacco DDoS dannoso da una fonte anonima. Anche il rapido numero di iscrizioni al servizio non avrebbe aiutato molto i server. Dopo giorni di prestazioni molto scarse, ora sembra che gli utenti possano chattare con i modelli con un'affidabilità decente. Sfortunatamente, l'esperienza non è ancora ottimale dal momento che la ricerca web è disabilitata. L’azienda dovrebbe risolvere tale problema in breve tempo, in modo da permettere agli utenti di continuare ad accedere al servizio.
DeepSeek: modello rivoluzionario, ma con alcune “limitazioni”
Il modello di ragionamento di DeepSeek, R1, è rivoluzionario perché riduce i costi di utilizzo dei modelli di ragionamento. È anche open source, il che significa che altre aziende e individui possono utilizzarlo per svilupparlo o eseguirlo localmente. I critici hanno giustamente sottolineato che il servizio di chat si autocensura quando si cerca di chiedere argomenti delicati relativi alla Cina come Taiwan, Xinjiang, diritti umani e altre controversie territoriali che il paese ha con i suoi vicini. Inoltre, le controversie riguardo alla privacy degli utenti hanno portato alla rimozione dell’app dal Google Play e dall’App Store in Italia. Tuttavia, è uno dei pochi modi disponibili per gli utenti di ottenere un accesso illimitato a un modello di ragionamento che ha informazioni aggiornate dal web. Su altre piattaforme, come quella di OpenAI, l’accesso illimitato non è garantito nemmeno agli utenti paganti.
Per aiutare a respingere l'attacco DDoS, DeepSeek sta ora controllando l'accesso al suo sito web con Cloudflare, il che impedisce agli aggressori di abbatterlo. La speranza per gli utenti è quella che l’azienda riesca a far rientrare al più presto il pericolo. Tuttavia, per avere la certezza di ciò bisogna attendere le prossime ore.