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Freelance: vale la pena mostrare le tariffe sul proprio sito?

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Non si può dire che quello dei professionisti freelance non sia un universo complesso: tra la concorrenza sempre più agguerrita, e gli oneri fiscali che la professione comporta, avviare un business personale di successo non è di certo facile. E, proprio per questa ragione, ogni freelancer ha dovuto prima e poi rispondere a un'annosa domanda: vale la pena di mostrare le proprie tariffe in una pagina apposita del sito personale?

Per un autonomo, la pagina web - ma così come gli account social - rappresenta una modalità irrinunciabile per presentare il lavoro ai potenziali clienti, dimostrare la qualità del proprio operato, nonché competere ad armi pari con i concorrenti. Un listino prezzi pubblico, però, funge da catalizzatore delle attenzioni dei committenti o, invece, rappresenta un deterrente?

Sciogliere questo dubbio non è di certo semplice, poiché non esiste una ricetta universale. La scelta per la pubblicazione di un listino prezzi, infatti, dipende dalle proprie necessità di business, dall'ampiezza del proprio parco clienti, da quanto sia sviluppato il bacino d'utenza. Non vi è quindi una soluzione univoca, poiché l'argomento tende a separare i freelancer in due grandi gruppi, a seconda dell'uno o dell'altro orientamento. Di seguito, qualche indicazione utile.

Prezzi sul sito: ragioni a favore

Vi sono certamente delle buone ragioni per prevedere l'inserimento di una "pricing page" all'interno del proprio sito personale, tramite un collegamento ben visibile nell'homepage dello stesso. A partire dalla comodità per i possibili clienti: già dalla fase di ricerca del professionista, infatti, potranno pianificare al meglio le loro disponibilità di spesa.

Non è però tutto poiché, oltre a essere comodo, un tariffario online può velocizzare anche l'interazione con il cliente, saltando un passaggio lungo e spesso complicato: quello della contrattazione. Si tratti di un compenso orario, oppure a progetto, il professionista e il suo richiedente avranno già ben chiari i listini e non dovranno, di conseguenza, accordarsi ulteriormente sul da farsi.

Ancora, l'esplicitazione dei propri compensi può rappresentare anche un elemento di trasparenza, non solo nei confronti dei futuri committenti, ma anche per gli altri professionisti del mercato. Una scelta orientata alla percezione di fiducia e affidabilità dalla controparte, un metodo che - almeno in un mercato del lavoro ideale - potrebbe portare a grandi soddisfazioni.

Prezzi sul sito: ragioni contrarie

Sebbene esistano buone ragioni per esplicitare il proprio tariffario sulla pagina web o tramite i social, ve ne sono molte altre che remano nella direzione opposta. Per quanto in un mercato del lavoro ideale la pubblicazione potrebbe rappresentare un fattore di trasparenza e di grande incentivo, in realtà il settore dei professionisti autonomi è decisamente più complesso. La concorrenza è talmente elevata, infatti, che anche pochissimi euro di differenza tra un freelancer e l'altro potrebbero fare la differenza.

La prima motivazione in favore di una trattativa privata sul compenso riguarda, come facile intuire, il potere di contrattazione. Non tutti i lavori sono identici, le richieste dei clienti variano sensibilmente anche per progetti della stessa categoria, quindi il professionista potrebbe preferire una valutazione caso per caso anziché un tariffario inviolabile. Con la precarietà dei lavori autonomi, e la mutabilità del mercato, può essere infatti utile preservare un minimo spazio d'azione.

Inoltre, una recente ricerca ha dimostrato come il 52% dei committenti sia già informato sul profilo tariffario del professionista scelto, prima ancora di contattarlo, grazie a ricerche interne: di conseguenza, anche con una trattativa privata non vi saranno grandi sorprese per il richiedente.

Ancora, l'esplicitazione dei prezzi potrebbe andare a vantaggio dei propri concorrenti, i quali potrebbero cercare di attirare i clienti già conquistati promettendo una spesa inferiore. Allo stesso tempo, il tariffario potrebbe esporre a polemiche o critiche, ad esempio da colleghi pronti a ritenere troppo elevate le richieste o, al contrario, eccessivamente ridotte rispetto alla media.

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