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L'impatto di ChatGPT sul cervello: uno studio del MIT svela risultati allarmanti

Un'indagine del MIT svela che l'uso di ChatGPT può abbassare l'attività cerebrale e influire su memoria e creatività.
L'impatto di ChatGPT sul cervello: uno studio del MIT svela risultati allarmanti
Un'indagine del MIT svela che l'uso di ChatGPT può abbassare l'attività cerebrale e influire su memoria e creatività.
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Una recente ricerca del MIT ha acceso i riflettori su un tema cruciale: l'impatto dell'uso intensivo di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT sulle nostre capacità cognitive. Lo studio ha evidenziato una preoccupante diminuzione dell'attività cerebrale, con effetti negativi su memoria, creatività e capacità di apprendimento.

Il prezzo nascosto dell'IA

La ricerca, condotta su 54 partecipanti tra i 18 e i 39 anni, ha suddiviso i soggetti in tre gruppi distinti: uno che utilizzava ChatGPT, uno che ricorreva a Google e uno che lavorava senza supporti digitali. I risultati sono stati chiari: chi ha utilizzato l'intelligenza artificiale ha mostrato la minore attività cerebrale, con elaborati giudicati qualitativamente inferiori e descritti come privi di originalità e profondità. Inoltre, questi partecipanti hanno progressivamente delegato maggiori responsabilità all'IA, riducendo il proprio impegno cognitivo.

Memorie evanescenti

Lo studio, pubblicato su Arxiv a giugno 2025, introduce il concetto di debito cognitivo, definito come l'indebolimento delle capacità mentali causato dalla dipendenza da strumenti di intelligenza artificiale. L'analisi delle onde cerebrali mediante elettroencefalogramma ha rivelato una significativa riduzione delle onde Alpha e Theta, cruciali per memoria e creatività.

Preoccupante è stata anche l'incapacità di molti partecipanti di ricordare i contenuti dei propri elaborati quando invitati a riscriverli senza supporto tecnologico. Al contrario, il gruppo che ha lavorato autonomamente ha mostrato la migliore connettività neuronale e frequenze cerebrali superiori.

Un utilizzo strategico dell'IA

Nonostante le criticità emerse, i ricercatori non suggeriscono di abbandonare completamente l'uso di strumenti come ChatGPT. Al contrario, evidenziano l'importanza di un approccio bilanciato. Lo studio ha infatti dimostrato che i partecipanti che hanno inizialmente lavorato in autonomia e successivamente utilizzato l'IA hanno registrato un miglioramento della connettività cerebrale. L'introduzione dell'IA in fasi successive del processo creativo o di apprendimento sembra dunque potenziare le capacità cognitive anziché sostituirle.

Alla ricerca di un equilibrio

La vera sfida per il futuro risiede nella capacità di integrare l'intelligenza artificiale preservando il pensiero critico e la creatività. In un mondo in cui la tecnologia avanza rapidamente, è fondamentale sviluppare modalità di utilizzo consapevoli degli strumenti digitali, affinché rimangano complementi delle nostre capacità mentali e non loro sostituti.

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