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La Linux Foundation sfida Microsoft?

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Jim Zemlin, direttore esecutivo della Linux Foundation, non ci va certo leggero nel post pubblicato in questi giorni sul suo blog. Il tema è di quelli scottanti: l´atteggiamento che Microsoft ha nei confronti di Linux.

In questi ultimissimi anni abbiamo visto una Microsoft che nei confronti di Linux sembra assumere un atteggiamento abbastanza controverso. Da un lato abbiamo la Microsoft che sponsorizza l´Apache Foundation e che rilascia driver open source per Linux. Dall´altro abbiamo la Microsoft che attacca TomTom per la questione dei brevetti FAT32 e che nel contempo avvia una campagna al limite della correttezza contro Linux.

Jim Zemlin e i suoi da tempo stanno cercando di costruire un ecosistema industriale che supporti Linux. Alleanze con aziende del settore, alleanze con altre fondazioni open source, questi sono gli ingredienti della ricetta.

Il post del direttore esecutivo della Linux Foundation mette in guardia il mondo open source sui recenti movimenti tra Microsoft e l´azienda di nome AST (Allied Security Trust). Qualche tempo fa Microsoft aveva venduto 22 brevetti alla AST; brevetti che interessano tecnologie implementate anche nel mondo open source. Ora la OIN (open Invention Network), altra fondazione molto vicina al mondo open source, ha acquistato questi brevetti proprio per mettere al sicuro il mondo Linux.

Ora, apparentemente la mossa di Microsoft avrebbe dovuto rassicurare il mondo open source. Il fatto che il colosso di Redmond non detenesse più quei brevetti doveva essere interpretato come un messaggio di pacificazione. Non è proprio così. AST, come sottolinea Jim Zemlin è un noto "patent troll". Si è sfiorato di poco il contenzioso legale. Messa così la questione, c´è poco da essere contenti.

È tempo per Microsoft di smettere di attaccare segretamente Linux mentre dichiara pubblicamente che vuole collaborare. (Jim Zemlin)

Jim Zemlin ha ragione? Il suo campanello di allarme è giustificato? Bisogna stare tutti sul "chi va la"? Quel che è certo è il fatto che a gridare "al lupo" non è certamente un analista, un giornalista, uno sviluppatore, ma una delle persone che al momento ha più a cuore la crescita di Linux.

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