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Coverity: diminuiscono i bachi nel software open source

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Il vantaggio dell´open source è che tutti possono dare un´occhiata al codice. È quanto ha fatto Coverity, società specializzata nella caccia ai bachi nel codice, andando a sbirciare il sorgente di numerosi progetti open source, tra cui il kernel Linux, Samba, Firefox e Apache, su preciso mandato del dipartimento statunitense per la "Homeland Security", con un contratto triennale di 300.000 dollari.

Dall´analisi pubblicata quest´anno è saltato fuori che la qualità del codice (misurata banalmente in quantità di errori di programmazione e problemi di sicurezza) è migliorata di circa il 16% rispetto alla precedente ricerca targata 2006. Il rapporto tra errori riscontrati e numero di righe è passato da 1 su 3.333 a 1 su 4.000 e rispetto all´analisi precedente sono stati trovati 8.500 bachi in meno su un totale di 55 milioni di righe e più di 250 progetti.

È interessante notare che gli errori più comuni sono anche quelli più banali: quello più diffuso in assoluto è il "Null Pointer Reference" (i programmatori C/C++ sanno bene di cosa si tratta) ed è, dispiace dirlo, un errore da principianti che ovviamente sparisce in tutti i progetti che utilizzino linguaggi più avanzati, come Java, che gestiscano automaticamente i riferimenti ai puntatori.

Altro dato interessante riguarda la correlazione tra numero di bachi e corposità del progetto. Se solitamente si è portati a credere che in un progetto grosso i bachi aumentino esponenzialmente, lo studio di Coverity rivela invece che i difetti di programmazione crescono linearmente con la grandezza del progetto.

A questo punto la curiosità ci spingerebbe a fare un paragone con quanto avviene con il software proprietario ma "ahimè" in quel caso si compra solo a scatola chiusa.

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