Fino a poco tempo fa si pensava che l'estensione Honey di PayPal per Chrome e altri browser fosse solo un modo innocuo per risparmiare qualche soldo. Tuttavia, le cose stavano diversamente. Quello che era iniziato come un utile strumento di coupon si è rapidamente trasformato in uno scandalo quando i creator hanno scoperto che Honey stava presumibilmente dirottando le loro commissioni di affiliazione. Honey, acquistata da PayPal nel 2020, è stata accusata di aver scambiato i link di affiliazione degli influencer con i propri. Ciò significa che i creator che promuovevano prodotti tramite i propri link di commissione potrebbero aver visto Honey annullare tali link. Il denaro sarebbe poi stato indirizzato su PayPal. Ciò suscitò indignazione, soprattutto perché alcuni di questi influencer erano stati in precedenza sponsorizzati da Honey. La situazione è esplosa quando lo YouTuber MegaLag ha pubblicato un video in cui denunciava le presunte pratiche scorrette di Honey.
Dopo la controversia, Google ha aggiornato le sue politiche per le estensioni di Chrome, chiarendo che non saranno tollerate iniezioni furtive di link di affiliazione. Una modifica importante richiede che qualsiasi programma di affiliazione venga descritto in modo evidente nell'interfaccia utente della pagina Chrome Web Store del prodotto prima dell'installazione. Google ha inoltre inasprito le sue regole su quando e come le estensioni possono modificare i link. Secondo la nuova policy: “Link di affiliazione, codici o cookie devono essere inclusi solo quando l'estensione fornisce un vantaggio utente diretto e trasparente correlato alla funzionalità principale dell'estensione”. In altre parole, se un'estensione aggiunge un link di affiliazione, deve fornire qualcosa in cambio, come uno sconto, un rimborso o una donazione. Ora è esplicitamente vietato il semplice inserimento di link senza interazione o beneficio da parte dell'utente.
Chrome: i dettagli della nuova policy di Google
Per chiarire il concetto, Google ha fornito alcuni esempi specifici di ciò che non è più consentito su Chrome. Come accennato, non sarà più possibile inserire link di affiliazione quando non sono previsti sconti, cashback o donazioni. Non si potrà includere un’estensione che inserisce link di affiliazione in background senza alcuna azione correlata da parte dell'utente o un'estensione che aggiorna un cookie relativo allo shopping senza la conoscenza dell'utente mentre quest'ultimo naviga sui siti di shopping. Gli utenti non potranno nemmeno inserire un'estensione che aggiunge un codice di affiliazione all'URL o sostituisce un codice di affiliazione esistente nell'URL senza la conoscenza esplicita dell'utente o l'azione correlata dell'utente. Lo stesso vale anche per un’estensione che applica o sostituisce codici promozionali di affiliazione senza la conoscenza esplicita dell'utente o l'azione correlata dell'utente. Finora Google e PayPal hanno mantenuto il riserbo sul cambiamento di politica, senza rilasciare dichiarazioni o spiegazioni ufficiali.