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ZFS per Linux a confronto con EXT4, Btrfs e XFS

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Ci siamo occupati più volte del porting nativo per Linux dell´avanzatissimo filesystem di Sun/Oracle ZFS ad opera di KQ Infotech, il cui kernel module (impossibile da includere nei sorgenti di Linux per motivi di licenza), era stato già messo al banco di prova, nella sua versione beta e su hard disk SSD.

I risultati del benchmark, pur distaccandosi chiaramente (in meglio) rispetto al porting di ZFS via FUSE in user space, facevano trasparire una certa immaturità del progetto che, dal punto di vista prestazionale, non riusciva ad insediare il trono dei titani EXT4 e Btrfs; a due mesi di distanza, con il rilascio della versione stabile di ZFS per Linux cosa è cambiato?

Come sempre, chi risponde a tali tipologie di domande è Phoronix, che, a mezzo dalla sua suite di test omonima, confronta ZFS (su un Ubuntu 10.10 server con Linux 2.6.35, per motivi di compatibilità con il modulo stesso, piuttosto "schizzinoso") con EXT4, Btrfs e XFS (sul 2.6.37); piattaforma di test un netbook equipaggiato da HD tradizionale SATA.

Tralasciando il comportamento sul test SQLite (del quale ormai abbiamo imparato a diffidare), generalmente inferiore ai due titani in quanto a prestazioni, il filesystem protagonista del confronto risulta invece molto competitivo nei test IOzone e FS-Mark, arrivando a punte di eccellenza nel test Dbench ma bruciando tutto sul finale con Threaded I/O Tester (come visibile nell´immagine di apertura) e PostMark.

In sintesi, prestazionalmente se la cava discretamente (e non è poco, data la sua giovinezza), ma il problema più grave, palesato anche dalle condizioni in cui è stato fatto il confronto, risulta proprio nella sua impossibilità di inclusione nel kernel.

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