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 Editoriale di HTML.it

  ADSL: a che punto siamo?
    venerdì 27 ottobre 2000

Se dovessimo oggi, a due mesi dalla fine del'anno, proporre quale tecnologia ha più di tutte scosso le già troppo inquiete acque del mondo Internet in Italia, non avremmo dubbi nel dire che è stata l'ADSL, l'acronimo di Asimmetrical Digital Subscriber Line (o Loop, non c'è differenza), ossia Linea Asimettrica Digitale. Un particolare tipo di tecnologia, e non dunque una vera e propria linea, che permette al normale doppino telefonico in rame di supportare velocità fino a 8 Mbps in download e fino a 2 Mbps in upload. L'ADSL fu sviluppata negli Stati Uniti e, nei piani iniziali, doveva servire ai grandi Internet Service Provider per veicolari nuove forme di multimedialità da loro stesse servite. Con l'esplosione di Internet, i contenuti sono ora reperibili un po' dovunque e dunque l'offerta ADSL è basata principalmente sul settore della connettività, e non, per esempio, su quello del video on demand o sulla pay per view, retaggio che comunque resta in alcune specifiche proprietà tecniche (ADSL è infatti ottimizzata per il consumo di un flusso continuo di dati e non per pronte e brevi connessioni) e nella asimmettria del segnale che giunge al proprio computer più velocemente di quanto venga inviato.

In Italia, il successo dell'ADSL, dopo varie puntate della vicenda legale che a inizio anno aveva assunto le caratteristiche di una vera e propria telenovela, è stato visibile durante l'estate quando le infrastrutture necessarie al collegamento avevano raggiunto un buon numero di città servite e i provider iniziavano a mettere a punto offerte più appetibili; nei mesi successivi, settembre e ottobre, si è invece passati ad un assestamento delle offerte e alla diffusione capillare degli abbonamenti grazie all'attivazione dei canali di vendita disagregati sparsi sul territorio nazionale.

Le offerte hanno assunto una conformazione abbastanza stabile e valutandole nel loro complesso ci rendiamo conto che esistono almeno tre zone di distribuzione: le offerte ADSL per le grandi aziende che aggiungono alla connessione alcuni bonus, le offerte per i consumatori premium e quelle per gli utenti casalinghi.
Le prime puntano o, come la milanese Blixer, all'integrazione di una serie di servizi di telefonia assieme alla connessione ADSL, in modo da fornire all'azienda gli strumenti professionali di comunicazione, oppure ad affidabilità e prestazioni garantite: la torinese ItGate ad esempio offre da tempo ai clienti aziendali una rete ADSL di 2 Mbit/s in download e 500 Kbit/s in upload, dunque più del triplo della connessione comunemente commercializzata dai Provider più noti.

Ai clienti premium, gli Internet Service Provider più orientati al mercato consumer, offrono una connessione ad elevate prestazioni secondo la comune commercializzazione di Telecom Italia (da cui dipende, lo ricordiamo, un'altissima percentuale dell'infrastruttura di rete ADSL); questo tipo di offerta è basata su velocità massima di 640 Kbit/s in download e 128 Kbit/s in upload; la velocità non è garantita ma, soprattutto ora che i clienti ADSL sono ancora pochini, le prestazioni sono generalmente buone. In tale tipo di offerta rientrano la maggior parte delle offerte presentate dai carrier nazionali, come l'ADSL 640 di Tin.it e l'omologa offerta Libero ADSL di Infostrada.

Soprattutto nel mese di ottobre, alcuni provider hanno presentato alcune tariffe a prezzi bassissimi per i clienti domestici meno interessati alle prestazioni; la particolarità di queste offerte risiede nel fatto che la banda di connessione offerta è sia sensibilmente minore dello standard offerto dagli altri provider, sia garantita. Il provider romano Mclink ha nel proprio listino una connessione con banda entrante limitata, dopo lo scarimento del primo Mbit, a 128 Kbit/s al prezzo di 240.000 al mese più IVA (il modem è però gratuito); simile la tariffa Highway ADSL Basic ideata da Telvia che con 60.000 lire al mese e 200.000 di attivazione offre una minima banda garantita di 64 Kbit. Le società che intraprendono questa strada contrattualizzano degli accordi di connessione con Telecom Italia sulla base dell'offerta wholesale più bassa (vedere la tabella del Listino wholesale) la quale moltiplica più del necessario gli utenti su una singola linea. McLink, ad esempio, basa la sua offerta su un contratto con Telecom Italia di fascia 6, ossia una banda di 1 Mbit/s divisa per 100 utenti.

Anche dal punto di vista di infrastrutture la situazione è venuta a mano a mano migliorando; per distribuire l'ADSL, è noto, è necessario che le centraline Telecom installino al loro interno dei dispositivi, detti comunemente DSLAM, in grado di gestire le connessioni a larga banda. La società cui Telecom ha affidato l'installazione di questi dispositivi è la Alcatel; che piano piano, all'inizio superando anche alcune difficoltà di competenze da parte dello stesso operatore telefonico nazionale, ha raggiunto tuttora 60 città che a fine anno saranno 70 con una portata complessiva di circa 100.000 linee.
Le ulteriori linee attivabili nel corso del 2001 non sono state ancora pianificate anche perché bisognerà verificare in che modo il mercato e le infrastrutture risponderanno a questa prima tranche di attivazioni.
La velocità che i DSLAM Alcatel, chiamati ASAM (ATM Subscriber Access Multiplexer), consentono è di tipo Full-Rate, ossia possono garantire un flusso di dati verso la casa dell'utente anche di 8 Mbit/s. La soluzione che Telecom Italia ha scelto di commercializzare non rappresenta nemmeno il 10% delle possibilità di questa tecnologia; i motivi che hanno portato a questa scelta sono da ricercarsi nel maggiore costo del supporto a velocità superiori, dalla necessità, per consentire il collegamento Full-Rate, di dover installare a casa dell'utente un'ulteriore linea telefonica dedicata esclusivamente all'ADSL, dalla poca consapevolezza dello stato delle nostre linee. Un po' per prudenza, un po' per non alzare il costo di una tecnologia dedicata a un mercato variabile, si è scelto di partire dalle minime prestazioni e solamente in questi ultimissimi giorni, con nuove offerte di listino di Telecom, qualcosa sembra mutare.

La situazione di generale equilibrio che abbiamo sopra descritto si riverbera anche nei saloni dello SMAU: è sintomatico che durante la fiera milanese non siano state presentate nuove proposte e tariffarie e tecnologiche ma solo piccole variazioni di catalogo (l'IP fisso proposto da Tin.it e una nuova tariffa di Galactica); un eccezione è l'interessante FAST NET di Internet Village: 2 Mbit/s in ricezione e 512 Kbit/s in trasmissione ad un prezzo abbordabile per un utente residenziale "alto consumante".

È probabile che gli operatori covino in segreto qualche nuova offerta – si parla di alcune convergenze telefonia/ADSL di Telecom (come avviene già con Infostrada) e di alcune nuove offerte con velocità più elevata anche per il mercato consumer –, ma il vero redde rationem è rimandato solo di qualche mese, quando, terminata la sperimenazione, la liberalizzazione dell'ultimo miglio sarà una realtà e i nuovi operatori potranno offrire maggiore flessibilità nelle loro offerte. Se, come è probabile, Telecom Italia permetterà la convivenza nelle proprie centraline di apparecchiature DSLAM di compagnie concorrenti, il consumatore probabilmente se ne gioverà.
Renato Soru ha già annunciato che dal momento in cui il local loop sarà liberalizzato potrebbe pensare anche a un ADSL completamente gratuito firmato Tiscalinet; in Francia e Stati Uniti l'idea è stata già sperimentata ed è fallita. Intanto all'orizzonte si profila la diffusione dell'HDSL che potrebbe diventare il punto di riferimento di connettività per le Piccole e Medie imprese. Vedremo.

di Francesco-Saverio Caccavella

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