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Tipologie di backend in Firebase Studio

Analizziamo nel dettaglio i vari tipi di backend disponibili tramite la piattaforma di vibe coding Firebase Studio
Analizziamo nel dettaglio i vari tipi di backend disponibili tramite la piattaforma di vibe coding Firebase Studio
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Firebase Studio nasce da Firebase che ha origine come backend ovvero come "motore" server. Esso è fatto di tante componenti per elaborazione ed immagazzinamento dati, per offrire supporto di persistenza ad applicazioni web e mobile. Ci potremmo soffermare sulla fondamentale importanza dei backend in progetti basati su una moltitudine estrema di client distribuiti su smartphone, tablet e pc. Ci limitiamo però a ricordare come questo diventi il punto in cui tutti i dati distribuiti vengono raccolti, resi permanenti al di là delle singole sessioni di lavoro e siano anche accumulabili per operazioni di monitoraggio ed elaborazione.

La completezza di Firebase Studio viene evidenziata anche dalla possibilità di avere il sostegno dell'Intelligenza Artificiale nella creazione di backend. Filone lavorativo che appare come un perfetto completamento a tutte le applicazioni mobile e web che possono essere realizzate in questo ambiente.

Classificazione delle tipologie di backend

Prima di passare alla dimostrazione pratica di un caso d'uso facciamo un po' di classificazione sulle varie tipologie di backend. Esse si possono incontrare distinguendo per lo più tra:

  • linguaggi di programmazione che possono essere impiegati;
  • finalità del backend soprattutto per specificare se si è interessati a un backend di pura interazione a livello di API REST o ad un backend che sia completo di erogazione di interfacce lato utente svolgendo il ruolo (ad esempio) anche di server web.

A seconda dei casi le possibilità offerte dipenderanno dalla singola tecnologia di implementazione del backend. Sarà però spesso a discrezione del programmatore o dei coordinatori del progetto scegliere quale linguaggio usare in quanto le prestazioni del backend dipendono per lo più dalle risorse server e non tanto dal formalismo di programmazione. Inoltre, i protocolli di comunicazione utilizzati per lo scambio dati con il client sono assolutamente neutri rispetto alla specifica di implementazione. Questo perché legati alla rete Internet in generale.

I backend disponibili (al momento) in Firebase Studio

Vediamo le tipologie di backend disponibili. Nonostante Firebase Studio sia un progetto destinato ad una vasta espansione, al momento, già offre supporto per tutti i linguaggi più moderni. Si potrà partire dalla homepage del portale e richiedere l'impostazione di un'architettura di base per il progetto. Nel suo classico stile di dialogo, Firebase Studio aprirà una finestra dove ci permetterà di procedere con alcune scelte di base:

  • in Go, il linguaggio direttamente creato in casa Google, possiamo creare tre tipi di applicazioni ovvero API server, Backend server e Backend server con template HTML;
  • in Python si può optare sia per la scelta di un package manager (il tool per lo scaricamento di pacchetti in base a versioni e dipendenze) sia il tipo di applicazione. Come package manager possiamo scegliere pip (il più comune in Python) o poetry (altro tool molto valido con funzionalità più estese) mentre il tipo di applicazione può essere "API server" o "Web server", entrambi basati su Flask;
  • anche nell'ambiente .NET ci sono delle alternative. Si può scegliere tra applicazioni Blazor e Api Service;
  • per quanto riguarda il linguaggio Java , estremamente usato nei backend per applicazioni di ogni livello, non abbiamo impostazioni iniziali da assegnare in fase di creazione. Veniamo proiettati direttamente in un progetto basato su Spring Boot che può essere configurato con le dipendenze che preferiamo mediante il sistema Maven (un file pom.xml è già preimpostato);
  • altra opzione disponibile e assai praticata nel mondo delle API è il backend realizzato con Node.js e Express, comodo perché ispirato al mondo Javascript e - volendo - sviluppabile anche in Typescript selezionando una checkbox in fase di creazione guidata;
  • includiamo inoltre lo scenario MongoDB basato su uno dei più diffusi (se non il più diffuso) database NoSQL.

Come si procede alla realizzazione di un backend

Il fatto che, come detto, si tratta di tecnologie differenti ci fa già presagire che, nell'ambito del progetto, dovremo muoverci su strade tipiche della singola tecnologia. Il modus operandi potrà avere però dei tratti comuni.

Per prima cosa, noteremo che non c'è un pulsante Publish. Il processo di pubblicazione di API (con o senza interfacce web) può seguire strade diverse. Innanzitutto deve essere adeguato ad un tipo di server specifico.

In genere, si sviluppa con server di test e si procede poi con un server di produzione. Anche in Firebase Studio troviamo un approccio simile, in fin dei conti è un IDE per lo sviluppo di applicazioni sebbene totalmente assistito e tutorato dall'Intelligenza Artificiale di Gemini.

Inoltre, serviranno delle dipendenze per completare il kit che il server deve avere a disposizione e questo va gestito secondo specifiche configurazioni. Il progetto di API viene sottoposto in genere ad un costante processo di aggiornamento e deployment continuo per cui sistemi di controllo della versione come Git sono l'ideale.

Le opzioni di pubblicazione sono diverse e possono seguire vie interne ed esterne a Google. Una delle principali per la varietà degli scenari è quello della containerizzazione e Google Cloud offre un'opzione comoda e già perfettamente integrata (forse una delle implementazioni Docker più pratiche in assoluto) che è Cloud Run. Un gestore di container ideale per implementare un servizio di backend, ottimi da aggiornare e scalabili secondo necessità.

Passiamo ora all'implementazione di un backend.

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