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Videogiochi usati come propaganda nel conflitto Iran-Israele

Videogiochi come Arma 3 e War Thunder sono stati usati per diffondere propaganda nel conflitto Iran-Israele, sollevando preoccupazioni sulla disinformazione.
Videogiochi usati come propaganda nel conflitto Iran-Israele
Videogiochi come Arma 3 e War Thunder sono stati usati per diffondere propaganda nel conflitto Iran-Israele, sollevando preoccupazioni sulla disinformazione.
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Nel contesto del conflitto Iran-Israele, esploso il 13 giugno 2025, emerge un fenomeno inquietante: l'uso di videogiochi militari come strumenti di propaganda digitale. Filmati tratti da titoli come Arma 3 e War Thunder sono stati manipolati e diffusi come immagini reali di guerra, evidenziando i pericoli della disinformazione nei moderni scenari bellici.

I video fake

L'agenzia iraniana Tasnim News, vicina alle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, ha pubblicato video che mostrerebbe l'abbattimento di un caccia da guerra israeliano. Il video ha fatto il giro di mezzo mondo, facendo incetta di condivisioni da parte di coloro che, in questa guerra, parteggiano per l'Iran.


Tuttavia, un'analisi approfondita ha rivelato che si trattava di sequenze tratte da Arma 3, un videogioco di guerra noto per il suo realismo grafico. Un altro video, invece, veniva spacciato per la testimonianza dell'abbattimento di un caccia dello Stato di Israele tramite un missile. In realtà si tratta di una scena del videogioco War Thunder.

AI e videogame: la realtà è morta?

Questi video, diffusi su piattaforme social con messaggi celebrativi, sono stati smascherati per la presenza di elementi tipici dei videogiochi, come interfacce visibili e veicoli non corrispondenti a quelli reali.

Questo fenomeno non è nuovo. La casa produttrice di Arma 3, Bohemia Interactive, aveva già espresso preoccupazione per l'uso improprio del proprio prodotto durante il conflitto russo-ucraino. Tali episodi sottolineano una crescente problematica nell'era digitale: la difficoltà di distinguere tra contenuti autentici e manipolati. Segnali come la bassa qualità dell'immagine, effetti audio poco realistici e ambientazioni notturne sono spesso indicativi di materiale falso.

Per contrastare la disinformazione, è essenziale che gli utenti sviluppino strumenti critici per valutare l'autenticità delle informazioni. Allo stesso tempo, le piattaforme digitali devono implementare misure più efficaci per identificare e rimuovere contenuti manipolati. Riconoscerli, però, è sempre più difficile.

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