L'app cinese di intelligenza artificiale DeepSeek AI è al centro di un acceso dibattito sulla privacy in Europa, con il Commissario per la protezione dati di Berlino, Meike Kamp, che ha formalmente richiesto a Google e Apple di rimuovere l'app dai loro store digitali. Secondo le autorità tedesche, l'applicazione raccoglie dati personali degli utenti senza consenso e li trasferisce su server in Cina, violando il GDPR.
Le accuse alla società cinese
Le accuse contro Hangzhou DeepSeek, la società cinese sviluppatrice dell'app, si concentrano sulla mancata conformità agli standard di sicurezza europei. In particolare, viene citata una violazione dell'Articolo 46(1) del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, che stabilisce rigide normative sul trasferimento di dati personali al di fuori dell'Unione Europea. La legislazione cinese, meno restrittiva, consentirebbe infatti alle autorità locali di accedere ai dati degli utenti europei, aumentando le preoccupazioni per la sicurezza dei dati.
Nonostante l'assenza di una sede nell'UE, DeepSeek AI è soggetta al GDPR poiché offre servizi mirati agli utenti tedeschi, con un'interfaccia e descrizioni tradotte in tedesco. Questo dettaglio sottolinea come le normative europee si applichino anche a entità straniere che operano nel mercato digitale europeo.
DeepSeek è spesso al centro di polemiche e dibattiti
Lanciata nel 2025 con la sua terza generazione, l'app ha rapidamente raggiunto i 50 milioni di download su Google Play e un elevato numero di recensioni sull'App Store. Tuttavia, la sua reputazione è stata danneggiata da una serie di incidenti di sicurezza, tra cui attacchi hacker e fughe di dati sensibili, che hanno sollevato ulteriori dubbi sulla sua affidabilità.
Il caso è diventato formale dopo che DeepSeek AI ha rifiutato una richiesta volontaria di rimozione avanzata il 6 maggio 2025. A seguito di questo rifiuto, il Commissario per la protezione dei dati di Berlino ha invocato l'Articolo 16 del Digital Services Act, che consente di segnalare contenuti illegali ai gestori delle piattaforme. Ora, la decisione finale spetta a Google e Apple, che dovranno valutare il rapporto e stabilire se procedere con la rimozione dell'app dai loro store.