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Ubuntu: l'abbandono di Unity è solo l'inizio

Ubuntu: l'abbandono di Unity è solo l'inizio
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Canonical ha recentemente annunciato la fine dello sviluppo per l'interfaccia utente Unity 8, il progetto Ubuntu Phone (con Ubuntu Touch) e il server grafico Mir. Queste tre iniziative hanno rappresentato per diversi anni il vero cardine della strategia di Canonical sia su desktop che su mobile. Tuttavia, come ammesso dallo stesso fondatore Mark Shuttleworth, essi non sono stati in grado di portare ai risultati attesi e, dunque, il futuro di Ubuntu sarà caratterizzato dal ritorno a GNOME e da Wayland.

Unity 8, Ubuntu Phone e Mir non sono di certo i primi progetti di Canonical che non hanno riscosso il successo sperato, a questo proposito basti ricordare che il precedente sistema di init della distribuzione, chiamato Upstart e sviluppato dallo stesso team del gruppo, che è stato prontamente soppiantato in favore di un (non senza polemiche) sempre più affermato Systemd.

Ora il focus della distribuzione sarà concentrato interamente sul settore IoT (Internet of Things) e sulle infrastrutture Cloud, dove Canonical ha sempre lavorato con profitto acquisendo nel tempo un fetta di mercato ragguardevole. Tuttavia la fine di Unity è coincisa con diversi tagli a carico della forza lavoro, per cui non pochi dei developer che si occupavano di Unity sono stati riassegnati, mentre tanti altri sono stati semplicemente licenziati da Canonical.

Ecco perché alcuni analisti hanno ipotizzato che la scelta di abbandonare Unity sia solo la punta dll'iceberg di una crisi più profonda all'interno di Canonical, iniziativa che nel prossimo futuro potrebbe portare anche ad una ristrutturazione più ampia dell'azienda e del personale attualmente impiegato.

Sembrerebbe infatti che Canonical sia oggi alla ricerca di nuovi investitori disposti a scommettere su Ubuntu, e che Mark Shuttleworth voglia tornare ad essere l'amministratore delegato della società. Il prossimo step potrebbe essere l'abbandono del supporto per le derivate ufficiali, in modo da focalizzarsi su GNOME e sulla prossima release LTS.

Via Christine Hall

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