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Red Hat va a gonfie vele a dispetto della crisi

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Non è tempo di crisi per RedHat. A dispetto della congiuntura mondiale, anche per l´anno fiscale 2010 (chiuso pochi giorni fa) la casa del cappello rosso ha fatto segnare un tasso di crescita a due cifre.

Su base annuale, RedHat ha segnato un +18%, portando a casa la bellezza di 748.2 milioni di dollari (560 milioni di euro al cambio attuale), quasi 110 milioni in più rispetto ai 638.7 incassati nel precedente anno fiscale (478 milioni di euro).

La maggior parte dei ricavi arrivano dalle sottoscrizioni Linux (come poteva essere altrimenti?), particolarmente gradite dalla clientela aziendale per le possibilità di virtualizzazione, un settore dove RedHat sta spingendo parecchio anche grazie ad accordi commerciali con altri vendor.

Anche per i prossimi mesi i conti di RedHat si prevedono particolarmente rosei. Basti pensare che dei 30 contratti più ricchi, solo uno non è stato rinnovato e pare che anche JBoss stia cominciando a prendere una decisa e positiva andatura anche se per ora i profitti derivanti dall´Application Server open source rappresentano solo una minima fetta sul totale.

Come fa notare Matt Asay, COO di Canonical ed editorialista di CNet News, per RedHat gli unici profitti in calo sono stati le consulenze e i contratti di supporto. Segno che con Linux le aziende ci stanno (finalmente!) prendendo la mano.

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