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OpenOffice: Friburgo vuole tornare al software proprietario

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Brutte notizie per le suite da ufficio libera sono arrivate in queste settimane dall´Europa. L´amministrazione comunale di Friburgo, in Svizzera, comunica la sua intenzione di tornare all´acquisto di licenze di Microsoft Office, non ritenendo un successo il tentativo di adozione di OpenOffice. Nel 2007 il consiglio cittadino di Friburgo decise, in un´ottica di adesione agli standard aperti, di adottare il formato ODF e la suite OpenOffice.

Da allora, per via di applicazioni specifiche incompatibili con ODT e di problemi nel condividere documenti con soggetti terzi, la realtà pratica è stata una base mista di installazioni di OpenOffice e Office 2000. Il comune consentiva l´acquisto di licenze per versioni di Office più recenti solo in presenza di una necessità argomentata. Ora la decisione è stata invertita a maggioranza, adducendo che "le aspettative dell´anno 2007 sono state disattese. Perseverare con l´uso di OpenOffice porterebbe ad ulteriori frustazioni. L´acquisto di ulteriori licenze Microsoft Office è quindi necessario per questioni di efficienza".

Tra le problematiche riportate ci sono corruzioni della formattazione dei documenti durante l´apertura con suite d´ufficio diverse da quella con cui sono stati creati e scarsa qualità del processo di conversione delle presentazioni. Nonostante si sia calcolato che circa l´80% del lavoro risultava possibile usando la videoscrittura open, una percentuale decisamente minore del workflow era attuabile usando Calc e Impress, che sono stati giudicati dagli impiegati nettamente inferiori in funzionalità ed ergonomia alla loro controparte proprietaria.

Nelle motivazioni il consiglio ha poi esplicitamente fatto riferimento alla "divergenza tra la comunità di sviluppatori, con Apache Office da una parte e LibreOffice dall´altra, che sta azzoppando lo sviluppo di OpenOffice", e che quindi lascerebbe Microsoft Office 2010 come soluzione unica percorribile. Numerose associazioni e gruppi FOSS come la FSFE e la Open Source Business Alliance hanno però fatto sentire la loro voce di protesta, accusando in una lettera aperta il consiglio cittadino di basare le loro approssimative valutazioni su una versione superata di OpenOffice (3.2.1, rilasciata a Giugno 2010) e di rifiutarsi sia di considerare l´upgrade a LibreOffice, sia di consultare esperti open source che assistano nelle valutazioni per il futuro.

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