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Nomi a dominio .org: la rivolta delle no-profit

Le società no-profit si ribellano contro la possibilità che i domini .org subiscano un aumento di prezzo e vengano controllati da una società privata
Nomi a dominio .org: la rivolta delle no-profit
Le società no-profit si ribellano contro la possibilità che i domini .org subiscano un aumento di prezzo e vengano controllati da una società privata
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Nelle scorse settimane l'Internet Society ha annunciato la cessione del Public Internet Registry, l'ente che si occupa della gestione dei top-level domain .org, al fondo di investimenti Ethos Capital.

L'evento ha suscitato diverse polemiche all'interno delle community di ONG che tradizionalmente associano i propri siti Web a tale estensione. Questo perché al contrario del Public Interest Registry Ethos Capital è una società for-profit, dunque è probabile che nel prossimo futuro i prezzi dei domini .org possano variare sensibilmente.

Ad inizio luglio l'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’ente internazionale che si occupa dell’assegnazione degli indirizzi IP e della gestione del sistema dei nomi a dominio di primo livello, decise di rimuovere la clausola di price cap dal Registry Agreement dei domini .org stipulato con il Public Internet Registry.

Per l'ICANN il termine del price cap non rappresentava un reale problema dato che oggi sono disponibili numerose alternative a basso costo, inoltre in questi mesi il costo dei domini .org è rimasto praticamente stabile. Tuttavia l'ingresso di Ethos Capital in tale settore era del tutto inatteso.

Nei giorni scorsi quasi 30 società no profit, tra cui anche Wikimedia Foundation e Internet Archive, hanno deciso di unire le forze ed iniziare a fare pressioni sull'Internet Society perché rinunciasse all'accordo con Ethos Capital. È stato anche lanciato un nuovo sito Web (savedotorg.org) con cui gli utenti possono inviare una mail di protesta precompilata ad Andrew Sullivan, CEO dell'Internet Society.

dotorg

Nella lettera viene anche spiegato perché la cessione di Public Internet Registry a Ethos Capital sarebbe rischiosa per le ONG:

Signor Sullivan, la invitiamo ad interrompere la vendita di PRI (Public Internet Registry) ad Ethos Capital. Le ONG di tutto il mondo si affidano al dominio di primo livello .ORG.

Il nuovo Registry Agreement del 2019 da al gestore del top-level domain il potere di prendere delle decisioni che potrebbero essere dannose per la comunità che utilizza tali domini.

Effettivamente il nuovo Registry Agreement dona ad Public Internet Registry, e di riflesso anche a Ethos Capital, diverse prerogative tra cui:

  • il potere di aumentare il costo dei nomi a dominio senza la necessità di consultare l'ICAAN o la community;
  • la possibilità di attivazione in modo unilaterale del processo di Rights Protection Mechanisms;
  • Il potere di sospendere i domini basandosi su accuse di "attività contrarie alla legge".

Il timore delle ONG è che il titolare del Registry Agreement, ovvero Ethos Capital, possa abusare di questi poteri per trarne un profitto diretto. Malgrado le proteste, l'Internet Society non ha rilasciato nuove dichiarazioni e sembra essere intenzionata a concretizzare la vendita di Public Internet Registry.

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