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Meta si oppone al Codice Ue sull’AI: rischi per sviluppo e innovazione in Europa

Meta non aderisce al Codice Ue per l’IA: critiche alle nuove regole europee che potrebbero limitare sviluppo, innovazione e competitività nel settore.
Meta si oppone al Codice Ue sull’AI: rischi per sviluppo e innovazione in Europa
Meta non aderisce al Codice Ue per l’IA: critiche alle nuove regole europee che potrebbero limitare sviluppo, innovazione e competitività nel settore.
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La decisione di Meta di non aderire al Codice promosso dalla Unione Europea per la regolamentazione dell'intelligenza artificiale apre un nuovo e delicato fronte nel rapporto tra Big Tech e istituzioni europee.

In un contesto globale in cui il dibattito sulla governance delle tecnologie emergenti è sempre più acceso, la posizione assunta dal colosso di Menlo Park rappresenta un segnale forte e destinato a far discutere, sia sul piano politico sia su quello industriale.

La posizione di Joel Kaplan

Con un intervento pubblicato su LinkedIn, Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer di Meta, ha espresso in modo netto le ragioni del rifiuto affermando che il Codice introduce una serie di incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli, nonché misure che vanno ben oltre l’ambito di applicazione della legge sull’AI, inoltre ha aggiunto che l’Europa sta imboccando la strada sbagliata.

Queste parole riflettono le crescenti preoccupazioni delle aziende impegnate nello sviluppo IA rispetto a una regolamentazione percepita come troppo stringente e potenzialmente penalizzante per l’ecosistema europeo dell’innovazione tecnologica. Tuttavia, la scelta di Meta non è un caso isolato: secondo Kaplan, anche altre realtà industriali e numerosi decisori politici europei condividono perplessità e riserve circa il nuovo quadro normativo.

Preoccupazione diffusa

Un segnale concreto di questa diffusa preoccupazione è arrivato all’inizio di giugno, quando 44 grandi aziende europee hanno sottoscritto una lettera indirizzata alla Commissione Europea, chiedendo una sospensione nell’implementazione del Codice.

Il timore, ampiamente condiviso tra gli operatori economici, è che una regolamentazione sull'AI troppo invasiva possa frenare la capacità di competere a livello globale, spingendo imprese, investimenti e talenti verso mercati più flessibili e meno regolamentati.

Difficoltà di mediazione

Nonostante il carattere volontario, il Codice fornisce linee guida operative per l’applicazione delle disposizioni più severe dell’AI Act. Il processo di stesura del documento, inizialmente previsto per maggio, ha subito un rinvio a luglio, proprio in seguito alle pressioni esercitate dai diversi stakeholder coinvolti. Questo rinvio testimonia le difficoltà di mediazione tra le esigenze di tutela dei cittadini e la necessità di preservare la competitività del settore tecnologico europeo.

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