“Se non paghi per un servizio, sei tu il prodotto”. Questo noto adagio digitale ha perseguitato Meta per anni, spingendo l’azienda verso una nuova direzione: un modello di abbonamento senza pubblicità. Tuttavia, questa svolta è arrivata solo dopo lo scandalo di Cambridge Analytica e sotto la crescente pressione normativa.
Nel 2018, la scoperta che la società di consulenza Cambridge Analytica aveva sfruttato i dati di milioni di utenti di Facebook ha scosso profondamente l’azienda guidata da Mark Zuckerberg. La crisi è stata talmente significativa da portare il CEO a testimoniare davanti al Congresso americano, rispondendo di pratiche controverse come la raccolta di “profili ombra” di individui non iscritti alla piattaforma.
Durante la crisi, documenti emersi dal processo FTC contro Meta hanno rivelato che il consiglio d’amministrazione aveva considerato l’introduzione di un abbonamento senza pubblicità. Questo approccio aveva due obiettivi principali: offrire agli utenti un’esperienza priva di annunci pubblicitari e mitigare la percezione che i servizi gratuiti trattassero gli utenti come merce.
Risultati non all'altezza
Nonostante le discussioni, Meta ha inizialmente scelto di limitare l’accesso ai dati da parte degli sviluppatori esterni invece di modificare il proprio modello di business. Solo nel 2023, esclusivamente nell’Unione Europea, l’azienda ha finalmente introdotto l’opzione di abbonamento, dando agli utenti la possibilità di scegliere tra pagare o acconsentire al tracciamento pubblicitario.
I risultati, però, non sono stati all’altezza delle aspettative. Pochi mesi dopo il lancio, Meta ha ridotto i prezzi dell’abbonamento del 40%, un chiaro segnale di una risposta tiepida da parte degli utenti. Parallelamente, i regolatori europei hanno sollevato dubbi sulla conformità del modello “pay or consent” con le normative sulla protezione dei dati.
Questa vicenda rappresenta un esempio lampante delle sfide che le big tech affrontano nel bilanciare profitti e privacy utenti. Sebbene l’abbonamento sia un tentativo di rispondere alle crescenti preoccupazioni sulla privacy, evidenzia anche la complessità di trasformare modelli di business consolidati in un contesto normativo sempre più stringente.