Una recente ricerca condotta da Columbia University, University of Chicago e Barracuda ha rivelato che il 51% delle email indesiderate globali è ormai generato da intelligenza artificiale. Questo rappresenta un aumento significativo rispetto al 10% registrato a metà 2023 e al 40% di un anno fa. Lo studio sottolinea come i messaggi creati dall'AI siano più formali, grammaticalmente corretti e linguisticamente precisi, rendendoli più credibili e difficili da individuare come email spam.
L'evoluzione delle strategie fraudolente
I cybercriminali stanno affinando in maniera considerevole le loro tecniche sfruttando i vari modelli di intelligenza artificiale di uso comune e che sono facilmente accessibili. Tra le strategie più diffuse vi è la sostituzione sistematica di termini riconoscibili con sinonimi meno sospetti, rendendo i messaggi più difficili da rilevare per i filtri antispam. Questa sofisticazione linguistica, combinata con la capacità dell'AI di generare contenuti personalizzati su larga scala, aumenta significativamente il rischio per i destinatari di cadere in trappole digitali, come cliccare su collegamenti dannosi o condividere informazioni sensibili.
Contromisure e prevenzione per le mail spam generate dall'AI
Secondo Barracuda, una delle principali difese contro questa nuova generazione di minacce è la formazione del personale. Investire nell'educazione dei dipendenti per riconoscere le email sospette è considerato "uno strumento potente ed efficace". Inoltre, è fondamentale implementare soluzioni tecnologiche avanzate basate su machine learning, capaci di identificare i pattern ricorrenti nelle comunicazioni generate dall'AI.
Prospettive future: come combattere il fenomeno
Il fenomeno dello spam alimentato dall'AI è destinato a evolversi ulteriormente, seguendo i progressi tecnologici dei modelli linguistici. Gli esperti prevedono un costante perfezionamento delle tecniche fraudolente, che richiederà un impegno continuo da parte di utenti e organizzazioni. La risposta più efficace sembra risiedere in un approccio collaborativo tra istituzioni accademiche, aziende specializzate in sicurezza informatica e autorità governative, con l'obiettivo di creare un ambiente digitale più protetto e consapevole.