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Quando la code review diventa hacking

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In passato abbiamo più volte parlato dei processi di code review ovvero l'esame sistematico del codice sorgente di un programma che ha come obbiettivo il rilevamento di aspetti trascurati nello sviluppo, cercando anche di migliorare la qualità complessiva del software. Oggi vi proponiamo l'analisi della code review di Stephen Malina, software developer per UberEats.

Leggere i sorgenti è un elemento rilevante per il lavoro di un developer. Il principale obbiettivo della lettura del codice è la sua revisione ai fini di modificarlo e migliorarlo. In realtà il termine "leggere" è abbastanza riduttivo e, probabilmente, la parola inglese "hacking" è più appropriata. L'attività di code review trascende infatti la semplice lettura, che è un'attività abbastanza passiva, ma richiama una procedura diversa basata su un procedimento di esplorazione, di esame critico e di sintesi, con la scrittura del nuovo codice.

L'attività di hacking genera quindi una comprensione del codice che è nettamente maggiore rispetto alla classica lettura. Anche perché l'obbiettivo principale della code review è, oltre che la semplice comprensione del codice, il miglioramento del programma. Analizziamo l'attività logica dell'hacking in breve:

  • Esplorazione
  • Esame critico
  • Sintesi
  • Ripetizione

In conclusione la code review è molto più di una semplice lettura del codice, è invece un processo di hacking, non lineare, che assomiglia più alla consultazione di una mappa rispetto alla lettura di un libro. Gli sviluppatori non dovrebbero limitarsi alla semplice lettura del codice ed eseguire invece continui processi di hacking.

Via Stephen Malina

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